Condizionatori, l’80% di quelli che abbiamo in casa presto andranno buttati. Ecco perché
pubblicato:L’Unione Europea prende di mira i condizionatori. Il recente regolamento UE prevede un ridimensionamento degli idrofluorocarburi, meglio conosciuti come F-gas nel giro di dieci anni fino all’eliminazione completa entro il 2050. L’80% degli apparecchi che abbiamo in casa andranno buttati. Ecco perché.
Arriva la stretta dell’Unione Europea sul Green Deal. L’UE sta spingendo per mettere subito in atto le linee guida fissate per contenere l’inquinamento e l’effetto serra. A finire nel mirino dell’UE, questa volta, sono i condizionatori.
Così come le caldaie a gas, le pompe di calore e altri sistemi di refrigerazione, l’uso dei condizionatori contribuisce a disperdere nell’aria dei gas molto potenti, tecnicamente conosciuti con il nome di F-gas, gli idrofluorocarburi.
Seppur poco noti, si tratta di gas ad effetto serra molto dannosi per l’ambiente e il clima che rappresentano circa il 2,5% delle emissioni dell’UE.
Una lotta, quella intrapresa dall’Unione Europea contro gli F-gas che avrà delle ripercussioni economiche anche in Italia: i cittadini si ritroveranno ben presto a buttare la maggior parte dei condizionatori installati in casa.
Condizionatori, l’80% di quelli che abbiamo in casa presto andranno buttati: ecco perché
La notizia non è assolutamente nuova, ma mai come ora l’UE ha deciso di intervenire pesantemente per limitare la diffusione degli F-gas e contenere l’effetto serra.
Il recente regolamento assesta così un duro colpo alle pompe di calore, ai sistemi di refrigerazione presenti nei supermercati e ai condizionatori.
A risentirne molto presto saranno non solo le aziende produttrici di questi apparecchi, ma anche le società a cui è demandata la manutenzione degli stessi.
Stando a quanto confermato dal Messaggero, si tratta di due settori, quello della manutenzione e riparazione dei condizionatori, che contribuiscono per lo 0,5% al Pil dell’Italia, con un giro d’affari pari a 8 miliardi di euro e che offrono lavoro a circa 140.000 cittadini.
L’evidenza è sotto gli occhi di tutti. I condizionatori ormai sono presenti ovunque: dalle case private agli uffici, dai locali agli ospedali.
Ciononostante, l’UE non vuole fare passi indietro nel raggiungimento dell’obiettivo fissato, quello di ridurre gli F-gas nei prossimi dieci anni, in alcuni settori, fino alla completa eliminazione nel 2050.
Dobbiamo prepararci a buttare circa 80% dei condizionatori che abbiamo in casa come stimato dal Messaggero stesso? Ancora non è detta l’ultima parola.
Condizionatori, quali sono conseguenze del regolamento UE per l'Italia
L’Italia, insieme ad altri Paesi, è schierata contro il recente regolamento UE riguardante i condizionatori e gli altri sistemi refrigeranti.
Il motivo è abbastanza semplice: l’attuazione delle linee guida potrebbe mettere a rischio il tessuto produttivo della nazione.
Le maggiori associazioni di categoria (Epee, Ehpa, Area e Applia) sono preoccupate dai divieti imposti dall’UE perché ignorano completamente le installazioni degli apparecchi e i tempi necessari per formare i tecnici.
Secondo le prime stime, ben 8 condizionatori su 10 andranno buttati.
Molto più incisivo è l’intervento di Confindustria che ha richiesto dei limiti meno stringenti all’UE. Preoccupa, ad esempio, il RePowerEU, secondo il quale nel corso dei prossimi anni le pompe di calore prenderanno il posto delle caldaie a gas.
Da inizio del prossimo anno scatta, dunque, l’obbligo di sostituire gli impianti di refrigerazione stazionari.
Condizionatori, perché il Governo è contrario alla stretta UE
Riassumendo quanto appena detto, il Governo è contrario alle disposizioni Ue. Proprio il capogruppo di FdI, Tommaso Foti, ha presentato di recente alla Camera una risoluzione al riguardo.
Il perché l’Esecutivo non veda di buon occhio la stretta dell’Unione Europea è di facile intuizione.
La proposta dell’Unione Europea, pur tutelando l’ambiente, potrebbe provocare seri danni alla filiera italiana della refrigerazione e dei condizionatori di cui la nostra nazione è esempio nel mondo.
Inoltre, se non sottoposto a ritocchi, il regolamento approvato dal Parlamento UE porterà inevitabilmente alla dismissione di molti condizionatori e sistemi ora in commercio, rendendo più difficile la riparazione degli apparecchi installati sia a casa che nelle attività produttive.