Concordato preventivo biennale, introdotto nuovo limite ai ricavi da dichiarare

di Niccolò Mencucci pubblicato:
3 min

Novità dal concordato preventivo biennale: per chi richiedere l'adesione c'è l'obbligo di rimanere sotto questa soglia massima di ricavi, altrimenti scatta la decadenza. Ecco a quanto ammonta.

Concordato preventivo biennale, introdotto nuovo limite ai ricavi da dichiarare

La nuova misura del Governo Meloni ora prevede una soglia massima di ricavi annui, che, se superata, porta all'annullamento dell'accordo con il Fisco.

Una brutta sorpresa per tutti i contribuenti che fin da inizio anno hanno visto nel concordato preventivo biennale una misura "amica".

Ma vediamo meglio a quanto ammonta questo limite per ogni categoria di richiedenti, e a cosa stare attenti.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Antonio Fortarezza.

Concordato preventivo biennale, a quanto ammonta il nuovo limite ai ricavi

Con il recente decreto correttivo (dLegs 108/2024) al d.Legs 13/2024 (la normativa di riferimento di questa misura), ora è previsto un nuovo limite ai ricavi per tutti coloro che vogliono aderire al concordato.

Nel caso dei soggetti che rientrano nel regime fiscale ISA, ovvero quello degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, il limite massimo dei ricavi è di 7,7 milioni di euro.

Se si supera questo limite, l'accordo con il Fisco decade a partire dall'anno fiscale in cui il contribuente ISA dichiara ricavi o compensi superiori al limite sopraccitato.

Nel caso invece dei contribuenti a regime forfettario (compresi esercenti di attività di impresa, arti o professioni), il limite è fissato a 150mila euro. Per questa categoria, invece, la decadenza scatta appena viene superata la soglia.

Sono limiti molto alti, e che dovrebbero permettere comunque un adempimento spontaneo al concordato preventivo biennale.

O almeno si spera, visto che di recente si è scoperto che pochi hanno effettivamente aderito al concordato: circa il 2% dei contribuenti, almeno secondo i dati pubblicati a luglio.

Concordato preventivo biennale, introdotto nuovo limite ai ricavi da dichiarare

Concordato preventivo biennale, quando scatta la decadenza

Andiamo a vedere meglio queste cifre, perché potrebbero risultare fuorvianti se non si spiega anche il calcolo che c'è dietro.

Per i soggetti in regime forfettario, il calcolo tiene conto del limite previsto dall’art. 1, comma 71, secondo periodo della legge 190/1994. In parole povere, 100mila euro.

A questo va aggiunta una maggiorazione del 50%, in modo da ottenere il limite ufficiale di 150mila euro.

Curiosamente, il tetto del concordato per i forfettari risulta superiore a quello previsto per il regime forfettaro stesso. Ovvero 85mila e 100mila euro, due soglie che determinano rispettivamente la decadenza dall’anno successivo al superamento e nello stesso anno dello splafonamento.

Per quelli in regime ISA, invece, l'accordo decade con compensi e ricavi superiori a 5.164.569 euro. Una cifra che, con la maggiorazione del 50%, arriva così a 7.746.853 euro.

Concordato preventivo biennale, i ricavi esclusi dal conteggio

Come abbiamo visto, per non rischiare la decadenza forfettari e contribuenti sotto regime ISA devono attenersi a dei limiti di ricavi ben precisi.

Anche se non mancano le eccezioni, come quelle introdotte dal decreto correttivo.

Ad esempio, stando all'articolo 4, comma 1, lettera m del decreto correttivo, i ricavi previsti alle lettere c), d) e) del comma 1 dell’art. 85 del T.U.I.R sono esclusi dal conteggio ai fini del concordato.

Ovvero tutti i ricavi provenienti da corrispettivi derivanti da cessioni di azioni, strumenti finanziari simili ad azioni, obbligazioni e altri titoli.

Per quanto riguarda invece il reddito derivante dall'esercizio di arti e professioni, il calcolo prevede che l'ammontare di tale reddito sia dato dalla differenza tra i compensi percepiti (in denaro o in natura) e le spese sostenute nel medesimo periodo di imposta.

Si spera che con questi limiti "alti" e le relative eccezioni il Governo possa in qualche modo stimolare ancora di più le adesioni. Anche perché ci sono in ballo 2 miliardi di euro di potenziali entrate tributarie.

Ricordiamo che per l'adesione c'è tempo fino al 31 ottobre, grazie all'ultima proroga del Governo.