Busta paga, una mensilità in più per i lavoratori dal 2023

di Miriam Ferrari pubblicato:
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Nuovo aumento in busta paga nel 2023: i lavoratori potrebbero ricevere una mensilità di stipendio in più per combattere il caro vita. Ecco la ricetta del Pd e del terzo polo contro l’inflazione in vista delle prossime elezioni politiche di settembre.

Busta paga, una mensilità in più per i lavoratori dal 2023

Prosegue la campagna elettorale dei partiti in vista delle elezioni politiche di settembre: dal Pd e dal terzo polo arrivano nuove proposte sul lavoro.

Dopo il lancio del bonus 10.000 euro per i 18enni, arriva la proposta di introdurre un nuovo aumento della busta paga per i lavoratori: dal 2023 tutti potrebbero ricevere una mensilità di stipendio in più per combattere l’inflazione e il caro vita. E se ciò non bastasse, sono in arrivo anche il taglio del cuneo fiscale e la decontribuzione (come previsto dal decreto aiuti bis).

Ecco come funziona la nuova proposta per aumentare la busta paga: una mensilità di stipendio in più per tutti i lavoratori. A chi spetta e quando la riceveremo? Tutti i dettagli e le ipotesi.

Busta paga, una mensilità in più per i lavoratori: la proposta

Dopo la proposta di introduzione della settimana lavorativa ridotta a 36 ore, arriva una nuova agevolazione per tutti i lavoratori: nel 2023 la busta paga sarà più ricca grazie all’erogazione di una mensilità di stipendio in più per tutti. La ricetta del Pd e del terzo polo è quella di aumentare lo stipendio dei lavoratori contro l’inflazione: come?

Il sottosegretario del Pd Enrico Letta propone di proseguire la strada proposta da Draghi, ovvero la riduzione della tassazione sugli stipendi dei lavoratori e il taglio del cuneo fiscale: due misure che andrebbero inserite nella prossima Legge di Bilancio. Bonus e stipendi sono infatti al centro dell’attenzione dei partiti.

Dal terzo polo, invece, il leader di Azione Carlo Calenda ha lanciato un’altra proposta di aumento degli stipendi per i lavoratori dal 2023: l’introduzione di una mensilità di stipendio aggiuntiva per tutti. Questa “quindicesima” in busta paga sarebbe esentasse e decontribuita, in modo da poter recuperare il 50% con credito di imposta cedibile.

Da Italia Viva, infine, Luigi Marattin propone di puntare sul contrasto all’evasione fiscale: con i soldi recuperati da questa azione si potrebbe puntare alla riduzione delle tasse per i lavoratori e per i cittadini.

Busta paga, una mensilità di stipendio in più dal 2023: è davvero possibile?

Con quali soldi potremmo finanziare tutte queste proposte di aumento dello stipendio per i lavoratori?

Secondo quanto previsto dal Pd, per finanziare il taglio del cuneo fiscale e la detassazione degli stipendi si potrebbe attingere agli extra profitti conseguiti dalle imprese energivore in conseguenza della crisi innescata negli ultimi mesi e in considerazione dell’aumento dei prezzi delle materie prime.

Inoltre, sempre seguendo il programma dem, con i proventi derivanti dalla lotta all’evasione fiscale (che non sono quantificabili in modo esatto) si potrebbe introdurre una franchigia a 1.000 euro per i contributi INPS dei lavoratori dipendenti.

La proposta di Carlo Calenda, ovvero l’erogazione di uno stipendio in più all’anno per tutti i lavoratori avrebbe un costo stimato tra i 15 e i 20 miliardi di euro.

Busta paga più ricca: cosa cambia nel 2023

È difficile ipotizzare quali possano essere le novità in arrivo in busta paga dal 2023: per adesso, quel che è certo è che il decreto aiuti bis ha previsto una decontribuzione aggiuntiva in modo da innalzare gli stipendi dal mese di agosto e una anticipazione della rivalutazione delle pensioni.

Dal prossimo anno, invece, si ipotizza una misura più strutturale per aumentare la busta paga: potrebbe trattarsi di un taglio del cuneo fiscale o di altre riforme ancora da stabilire.

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