Buoni fruttiferi postali o Btp, quale rende di più tra i due?

di Chiara Turano pubblicato:
3 min

Buoni fruttiferi postali o Btp? Dove conviene investire in questo momento storico? Ecco quale investimento rende di più.

Buoni fruttiferi postali o Btp, quale rende di più tra i due?

Gli italiani tornano a risparmiare. Dopo gli ultimi anni di incertezza economica le famiglie italiane hanno riiniziato a mettere qualche soldo da parte.

Secondo le ultime rilevazioni il 76,7% degli italiani risparmia. Il 39,3% degli italiani mette da parte circa il 5% del proprio reddito annuo, e mettere al sicuro i propri risparmi dunque è divenuta una priorità per molti.

In tempi di incertezza è molto difficile scegliere dove e come investire ma molti si sa scelgono soluzioni a basso rischio e dal rendimento quasi certo.

Certamente tra le soluzioni preferite dagli italiani ci sono i  Buoni del Tesoro Poliennali e Buoni Fruttiferi Postali oltre ai libretti postali.

Ma cosa sono e qual è il più conveniente? Scopriamolo insieme.

Buoni fruttiferi postali vs Btp, quali offrono maggiori rendimenti?

Gli italiani si sa sono un popolo di risparmiatori: nonostante le paure globali di guerre, rialzo dei tassi e livello del debito pubblico sempre più alto le famiglie italiane tornano ad investire.

I risparmiatori sono pronti ad investire: circa il 41,3% vorrebbe acquistare Titoli di Stato, il 37,7%  Fondi comuni di investimento, il 28,3% Buoni postali di risparmio.

Ma quali strumenti sono i più convenienti tra buoni fruttiferi postali e Btp?

Nonostante le varie azioni diverse di politica monetaria di Eurolandia, Poste Italiane non ha tagliato i rendimenti dei buoni.

Tale affermazione è facilmente deducibile da un semplice confronto tra i rendimenti di fine febbraio e quelli attuali.

Il gruppo italiano al momento non ha modificato i tassi di rendimento ne quelli relativi ai buoni portati a scadenza ne quello minimo da esso garantito.

Sono state modificate invece le offerte proposte: è sparito ad esempio il Buono Premium.

Al contrario invece  il calo dei tassi si è ripercorso sui rendimenti dei titoli di Stato italiani ma in senso positivo.

Un tasso considerato basso alcuni mesi fa è diventato interessante proprio per effetto della discesa.

Va ricordato che il rendimento dei BTP  è dato sia dal flusso cedolare sia dalla differenza tra il prezzo di sottoscrizione o di acquisto e il valore nominale (pari a 100) che viene rimborsato alla scadenza.

 Le cedole spesso sono predeterminate all’emissione, vale a dire costanti per tutta la vita del titolo. 

Btp vs Buoni Fruttiferi postali, ecco le differenze

Naturalmente prima di scegliere se investire in Btp o Buoni Fruttiferi Postali è necessario valutare bene la tolleranza al rischio di un risparmiatore.

Si sa il Buono Fruttifero Postale rende meno di un Btp ma c’è il vantaggio della rimborsabilità sempre al valore nominale. in sostanza non ci si espone a nessun rischio.

Al contrario il Btp rende certamente di più se portato a scadenza e qualora si decidesse di vendere prima non è possibile rimborsarlo al nominale.

Questo verrà venduto al prezzo di mercato che può essere anche minore di quanto è stato pagato. Pertanto il Btp è più adatto a chi propende ad un maggiore rischio.

Chi vince la sfida?

Mettendo a confronto i rendimenti dei Buoni fruttiferi postali con quelli di titoli di Stato italiani con simile durata, la sfida in termini di rendimento è vinta dai Btp, tranne nel caso dei Buoni Soluzione eredità e dei Buoni postali per minori.

Pertanto al momento conviene investire in titoli di Stato.

Ma non è solo una questione di rendimento. Come già detto la gara tra i Btp emessi dal Tesoro e i i Buoni fruttiferi di Poste Italiane gioca un certo ruolo anche la propensione al rischio dei risparmiatore.

 

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