Inflazione ancora in calo, ma le tensioni rimangono. Sale il prezzo della benzina

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Inflazione ancora in calo, si spera per il futuro, ma intanto i prezzi della benzina muovono alla polemica e quest'estate si conferma sempre più cara. Almeno da domani i cartelloni ci confermeranno che costa di più...

Inflazione ancora in calo, ma le tensioni rimangono. Sale il prezzo della benzina

Continua a rallentare l’inflazione in Italia a luglio. I dati provvisori dell’Istat usciti oggi lo confermano: l’indice dei prezzi al consumo è sceso al 6% questo mese dal 6,4% di giugno e contro attese per un 6,1%. Si tratta della variazione tendenziale, ossia dei prezzi del luglio 2023 su quelli del luglio 2022 ed è un’ottima notizia, anche se poi per molti altri versi questa estate italiana rimane carissima e le tensioni non mancano.

Il raffreddamento tendenziale dei prezzi è dovuto a diversi fattori e si articola in maniera diversa su diversi fronti, ma vanno soprattutto ricordati il forte calo dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali e la forte stretta monetaria della Bce che la scorsa settimana ha effettuato il non innalzamento consecutivo del costo del denaro portando i tassi al 4,25%

Se però i prezzi continueranno a raffreddarsi in Italia e in Europa, la Bce potrà fermare i rialzi e in seguito anche avviare un loro taglio. Già qualche timido segnale all’ultima riunione è giunto. Così è stato interpretato da più parti l’accento sull’approccio di dipendenza dai dati dell’Eurotower.

È più un auspicio degli osservatori però, che una concreta base di calcolo, sicuramente non è ancora neanche lontanamente un impegno della Banca centrale europea ad allentare o almeno a frenare la stretta.

E intanto le tensioni non mancano e lo dimostrano anche le ultime polemiche sul caro-benzina.

Benzina, il caso dei 2,5 euro e le tensioni alla pompa

Si tratta - è il caso di dirlo - di una polemica di stagione. Ogni estate ci sono denunce sui rincari dei prezzi del carburante, senza che si sia riusciti a trovare una soluzione concreta.

Non che il problema non esista e non pesi più che altrove su un Paese che affida la stragrande maggioranza del proprio trasporto di merci (e di persone) alle quattro ruote, ma dopo anni di dibattito sul tema, di denunce e di allarme, si è arrivati soltanto a invocare una maggiore trasparenza.

La sensazione finale è che al cittadino tocchi prendere i prezzi che trova, magari con l’aiuto importante delle app del ministero (c’è l’Osservaprezzi Carburanti che può dare una mano), ma senza molta speranza di nuovi meccanismi che lo difendano da rincari spesso assai rapidi.

L’ultima polemica ancora calda merita però un riassunto.

Carobenzina, l’ultima polemica

Apre le danze Assoutenti che scopre: “Sulla A4 Venezia-Trieste la benzina, in base alle rilevazioni eseguite sui prezzi indicati dai gestori tra il 27 e il 28 luglio scorsi, ha raggiunto il picco di 2,553 euro al litro per il servito, mentre il gasolio tocca i 2,4 euro/litro.
Sulla A21 Torino-Piacenza, un litro di benzina viene venduto a 2,549 euro, 2,334 il gasolio. Supera la soglia dei 2,5 euro anche la A14 Bologna-Bari-Taranto, con 2,529 euro”.

Livelli davvero esorbitanti, che superano di misura anche l’ondata di rialzi della scorsa estate, quando, leggiamo dai grafici storici del Mise, a giugno la benzina era volata a 2,034 euro e il gasolio a 1,972 euro a litro.

Certo quelli del Mise sono prezzi medi che escludono picchi specifici nel passato e nel presente. Per avere un’idea più chiara di questo variegato mondo bisogna sapere che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha messo in piedi un osservatorio ad hoc nell’ambito del progetto che include anche l’app di cui sopra. Lo scopo era quello di combattere la speculazione con la trasparenza, ma nel pieno della travagliata estate 2023 non sembra funzionare troppo.

Comunque i prezzi medi sono rilevati quotidianamente per regione e provincia in una tabella e sulla rete autostradale in un’altra tabella. La concessione più cara in autostrada spinge infatti il prezzo della pompa più in alto.

Oggi infatti il prezzo medio italiano in autostrada e in modalità self è di 1.981 euro per la benzina e di 1.848 euro a litro per il gasolio. Ma è una media di stamattina che non inserisce l’opzione del servito e l’estrema varietà riscontrabile poi caso per caso.

La più dettagliata tabella ministeriale sulle regioni permette infatti di rilevare già le prime grandi differenze. Un litro di benzina costa infatti oggi in media 1,901 euro in Abruzzo e 1,939 euro a Bolzano, la differenza di medie di quasi 40 centesimi non è da poco e sicuramente a livello locale e provinciale si trovano picchi ancora maggiori.

La risposta statistica del MIMIT alle accuse sui prezzi fuori controllo dei carburanti quindi non si è fatta attendere: “I prezzi della settimana che si è chiusa ieri si attestano a valori medi di 1,89 euro al litro per la benzina e di 1,74 euro al litro per il gasolio. Insomma, un conto sono i picchi e un altro sono i prezzi medi”.

Al segretario di Assoutenti Furio Truzzi però questa risposta non è bastata perché dietro le emergenze ha rilevato un costante rialzo dei prezzi ogni estate, di là dalle circostanze straordinarie: “La questione principale è la forte salita dei listini in occasione delle partenze estive degli italiani”.

Proprio da domani comunque ai gestori verrà imposta l’esposizione accanto ai propri prezzi dei prezzi medi nazionali, per favorire la trasparenza e una scelta più informata. È il Decreto benzina varato a inizio anno che sembra essersi sbloccato anche se le due associazioni Fegica e Figisc non si danno per vinte.

L’associazione di settore Unem ha anche pubblicato una guida dopo aver giustificato giovedì scorso i rincari con “fattori contingenti, quali il calo delle scorte negli Usa e la fermata di alcune raffinerie europee, in particolare in Germania, Olanda e Romania, a fronte di una domanda abbastanza sostenuta che sta alimentando le tensioni sui mercati spot”.

Di certo la situazione è molto diversa da un anno fa, quando si dovettero tagliare le accise per bilanciare l’impatto della guerra in Ucraina.

Ma è anche indubbio che se i fattori straordinari pesano al rialzo, dovrebbero in qualche maniera accompagnare anche dei ribassi che invece dal benzinaio si vedono decisamente assai più di rado.