Benzina e diesel, prezzi in rialzo: torna il taglio delle accise con il Governo Meloni?
pubblicato:Nuovo aumento dei prezzi sulla benzina e sul diesel: torna il taglio delle accise con il Governo Meloni? Ecco cosa sappiamo e perché la Finanza sta indagando su possibili interventi speculativi.
Il 31 dicembre 2022 è scaduto il taglio delle accise dell'ex Governo Draghi, una misura che consentiva agli automobilisti di godere di uno sconto - dapprima di 30 centesimi, in seguito di 18 centesimi - sui prezzi di benzina e diesel, dopo i numerosi rialzi degli ultimi mesi.
Nella Manovra 2023, però, il Governo Meloni non ha rinnovato lo sconto sulle accise e dunque i prezzi di benzina e diesel sono tornati a salire. Contro eventuali speculazioni, è in corso un'indagine della Guardia di Finanza.
Considerando il rialzo dei prezzi dei carburanti, torna il taglio delle accise con il Governo Meloni? Ecco che cosa sappiamo.
Benzina e diesel, prezzi al rialzo: quanto costano oggi?
Nuovo aumento dei prezzi di benzina e diesel (questi i prezzi più bassi che puoi trovare al distributore) dopo il mancato rinnovo del taglio delle accise: quanto costano ad oggi i carburanti?
La benzina in modalità self ha ormai superato al soglia di 1,8 euro al litro, mentre il diesel in servito ha sfondato quota 2 euro al litro. Le previsioni dimostrano che nelle prossime settimane si possano raggiungere i 2,50 euro al litro.
L'Italia, con questi dati, si è piazzata tra i Paesi più cari in Europa per il costo dei carburanti: al terzo posto per il prezzo del diesel, e al quarto posto per quello della benzina.
E i carburanti non solo gli unici prezzi in aumento nel 2023: i rincari hanno toccato i generi alimentari e le bollette, per non parlare dei trasporti.
Benzina e diesel, torna il taglio delle accise con il Governo Meloni?
Purtroppo il taglio delle accise sui carburanti è scaduto al 31 dicembre 2022 e il Governo Meloni aveva deciso di non rinnovare lo sconto in conseguenza dell'abbassamento delle quotazioni, che però non ha contenuto i rincari.
Il rinnovo del taglio delle accise, lo ricordiamo, costa 1 miliardo di euro al mese allo Stato, ma consente di ottenere uno sconto di 18 centesimi sui prezzi di benzina e diesel.
Sulla possibilità di introdurre di nuovo il taglio delle accise sui carburanti è intervenuto il leader della Lega, Matteo Salvini:
Sulle accise parleremo con il presidente del Consiglio. Sicuramente c'è della speculazione in corso sui prezzi della benzina ed è bene che la finanza faccia dei controlli.
Mentre il Ministro dell'Ambiente ha assicurato che "se il prezzo dei carburanti dovesse tornare a crescere in modo stabile e significativo, il governo è pronto a intervenire".
Attualmente, però, le risorse necessarie per confermare un nuovo taglio delle accise non ci sono, ma un'anticipazione della Stampa ha previsto un possibile intervento del Governo in primavera, qualora i prezzi dei carburanti non fossero ancora scesi. L'esecutivo intende dapprima verificare gli effetti dei 21 miliardi spesi per le bollette con la Legge di Bilancio 2023.
Benzina e diesel: perché Finanza e Procura indagano sui prezzi
Nel frattempo sono scattate le indagini della Procura e della Guardia di Finanza in merito all'aumento dei prezzi di benzina e diesel, contro l'eventuale rischio di speculazione da parte dei gestori.
Come ha sottolineato Matteo Salvini:
Non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,70 euro e altri a 2,40. Evidentemente c'è qualcuno che fa il furbo.
In difesa della categoria, invece, è intervenuto Bruno Bearzi, il presidente della Figisc-Concommercio:
partiamo da un dato reale. Un gestore guadagna 3,5 centesimi sul self e 5 sul servito. Questi sono i margini che ha sul prezzo di listino imposto dalla compagnia.
Chiarito questo punto, la domanda da porsi è la seguente secondo Bearzi: "può essere la speculazione causa nostra?".
Certamente tra i 22 mila distributori della rete qualche eccezione può esserci, ha proseguito, ma "non è con 4 centesimi che si fa speculazione".