Unicredit-Banco BPM, la partita resta caldissima
pubblicato:La banca di Orcel anticipa l'assemblea per l’offerta su BPM. Intanto Castagna ottiene l'adesione del top management di Anima alla propria opa
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Ai prezzi di queste ore l’offerta di Unicredit per il Banco BPM ancora non conviene, implica infatti uno sconto dell’8,2% circa sulle quotazioni attuali dell’istituto di Piazza Meda.
Piazza Gae Aulenti ha infatti messo sul piatto dallo scorso 25 novembre 0,175 azioni proprie per ogni titolo di BPM, un’offerta da subito a sconto che ha irritato la potenziale preda.
Unicredit su Banco BPM, tante cose cambiate da novembre
Qualche mese fa l'offerta sorprese molti osservatori perché Unicredit aveva già fatto mosse importanti sulla tedesca Commerzbank e il Banco BPM aveva già annunciato un’offerta su Anima. Da allora però sono cambiate molte cose.
È scoppiata la crisi politica tedesca che porta alle elezioni di domenica, sono stati pubblicati i dati in forte crescita dei due gruppi, MPS ha annunciato un’offerta per Mediobanca, Unicredit ha preso il 5,2% su Generali, Banco BPM ha deciso di alzare l’offerta per Anima da 6,2 euro a 7 euro.
Intanto gli attriti tra Piazza Gae Aulenti e Piazza Meda sono cresciuti, fino a sfiorare il personale.
Unicredit dopo l’aumento dell’offerta del Banco BPM per Anima ha messo in dubbio l’impatto sul capitale della banca guidata da Giuseppe Castagna e l’applicazione del Danish Compromise paventando il ritiro della propria offerta.
Cosa che ovviamente potrebbe togliere appeal speculativo al titolo di BPM, ma che l’ad del Banco ha bollato come un tentativo di influenzare gli azionisti di Piazza Meda in vista dell’assemblea del prossimo 28 febbraio che dovrà approvare l’aumento dell’offerta per Anima. Tattiche e strategie insomma e la partita continua.
Unicredit su Banco BPM, la questione russa
L’ad Giuseppe Castagna nel difendere la prospettiva autonoma del Banco BPM ha affermato che l’offerta di Unicredit avrebbe potuto esporre il gruppo a ulteriori rischi, a partire dalla Russia, mercato in cui la banca guidata da Andrea Orcel è ancora molto presente, nonostante i tentativi di disimpegno degli ultimi tre anni.
Così, in occasione del nuovo contrastato round di negoziati sull’Ucraina, al Financial Times lo stesso Orcel ha annunciato che se il quadro politico dovesse cambiare potrebbero migliorare i termini di un’eventuale cessione della controllata russa.
Il manager ha ribadito che l’impegno a uscire dalla Russia è assolutamente chiaro, ma ha anche ribadito che non intende vendere la controllata nel Paese per un euro o per qualunque valutazione che non sia un prezzo equo.
Nel 2024 i ricavi di Unicredit in Russia sono balzati del 9% a 1,29 miliardi circa, ma l’utile netto è diminuito del 13% a 577 milioni, poco meno del 6% degli utili complessivi di Piazza Gae Aulenti, ma pur sempre più di mezzo miliardo di euro, anche se attivi e depositi calano.
La presenza in Russia è storica per Unicredit, molte altre grandi banche con la guerra hanno lasciato il Paese, a volte con duri impatti sui conti, spesso con difficoltà con l’autorizzazione presidenziale sulle operazioni.
Ma Unicredit ha comunque chiarito che non intende svendere e intanto porta avanti due partite importanti, come Commerzbank e Banco BPM.
Unicredit accelera anticipando l'assemblea
Per certi versi anzi Unicredit accelera. Ieri a mercato chiuso ha comunicato che il consiglio di amministrazione ha deciso di anticipare dal 10 aprile al 27 marzo l’assemblea che dovrà approvare l’aumento di capitale a servizio dell’offerta di scambio sul Banco BPM.
Si tratta di un passaggio chiave con i soci che dovranno dare il via libera all’emissione di 278 milioni di azioni (poco meno del 18% delle azioni attualmente in circolazione) e di un segnale al mercato che indica l’attività del gruppo sul dossier.
D’altronde di recente lo stesso Andrea Orcel, l’ad di Unicredit esperto proprio di fusioni, aveva detto di essere sempre stato aperto a eventuali rilanci sull’offerta, che ai prezzi di oggi non passerebbe. Ma poi c’erano stati gli attriti sul Danish Compromise e la minaccia di un ritiro dell’offerta.
Banco BPM lavora sugli azionisti di Anima
Al contempo Banco BPM fa le sue mosse. Sempre ieri Piazza Meda ha annunciato che alcuni azionisti di Anima, compresi l’amministratore delegato e altri top manager, si erano impegnati ad aderire all’offerta da 7 euro (che dovrà essere approvata dagli azionisti del Banco il 28 febbraio). Un altro 1,5% del capitale di Anima racimolato tra i manager che porta l’appoggio alla proposta al 44,8% del capitale della società del risparmio, visto il sostegno già ottenuto da Poste e da FSI SGR.
Intanto anche Fondazione Carilucca, secondo MF, dovrebbe appoggiare l'aumento dell'offerta del Banco su Anima aderendo alle proposte di fine mese con il proprio 1,24% del capitale di Banco BPM.
La partita in altre parole resta caldissima.
In queste ore Unicredit cede lo 0,54% e si riporta a 47,53 euro, ma dalla fine di novembre ha guadagnato il 34% circa.
Banco BPM in queste ore segna un rialzo dello 0,31% a 9,064 euro e dall’annuncio della proposta di Unicredit ha guadagnato il 30% circa a Piazza Affari.
Anima intanto tratta a 6,89 euro, appena sotto la nuova proposta di BPM da 7 euro.
Ma come visto lo scenario è in continua evoluzione.