Pensioni, tutti i vantaggi e gli svantaggi della pace contributiva

di Niccolò Mencucci pubblicato:
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Affidarsi alla pace contributiva per avere prima la pensione potrebbe essere un buon affare. L'importante è fare attenzione non solo ai vantaggi, ma anche agli svantaggi. Ecco quali sono.

Pensioni, tutti i vantaggi e gli svantaggi della pace contributiva

La pace contributiva potrebbe essere la soluzione ideale per molti pensionati, mentre per altri potrebbe trattarsi di una perdita di tempo e soprattutto di denaro.

Parliamo di un istituto che permette tra il 2024 e il 2025 di uscire prima dal lavoro anticipando fino a 5 anni di contributi mancanti.

Messa così, la pace contributiva potrebbe essere l'affare del secolo per i pensionati. Ma in realtà non è proprio così, se si guardano anche gli svantaggi.

Vediamo bene quali sono, e a cosa stare attenti.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di IoInvesto Pensioni.

Pensioni, quali sono i vantaggi della pace contributiva

Supponiamo di avere 15 anni di contributi versati oggi, e questo perché negli ultimi decenni ci siamo ritrovati con diversi buchi contributivi per vari motivi (ad esempio un lungo periodo di disoccupazione).

Grazie alla pace contributiva si potranno riappianare questi buchi fino a cinque anni, anche se non sono "di fila", ovvero continuativi.

Altro vantaggio della pace contributiva (per il nostro caso) è il fatto che quella prevista per il biennio 2024-2025, come precisa l'INPS, è disponibile per un'enorme platea di lavoratori.

Possono infatti richiedere la pace contributiva tutti gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, nonché alle sue forme sostitutive ed esclusive, alle gestioni speciali per lavoratori autonomi, commercianti e artigiani. Oltre che ovviamente gli iscritti alla Gestione Separata.

In pratica posso richiederla sia lavoratori dipendenti sia autonomi e liberi professionisti.

Inoltre, altro aspetto positivo della pace contributiva è il costo del riscatto, spalmabile in rate mensili, fino a un massimo di 120 rate senza interessi.

Pensioni, quali sono gli svantaggi della pace contributiva

Detto questo, passiamo agli svantaggi, che purtroppo non sono pochi.

Il primo svantaggio della pace contributiva è il fatto che è accessibile solo per il periodo temporale in cui è previsto il calcolo contributivo, ovvero dal 1996 a oggi. Non è possibile infatti riscattare periodi antecedenti al 1996.

E non solo. Altro svantaggio è il fatto di poter riscattare solo i periodi scoperti da contribuzione obbligatoria che si trovano tra due periodi di lavoro.

In questo caso, toccherà al lavoratore ricorrere ad altre modalità previste dalla normativa vigente (regolarizzazione contributiva, o peggio una rendita vitalizia in caso di prescrizione dei contributi).

Tra l'altro, la rateizzazione sopracitata non è prevista se i contributi riscattati sono necessari per:

  • la liquidazione immediata di una pensione,

  • l’accoglimento di una domanda di versamenti volontari.

Inoltre, dato che riguarda la sola parte sotto modello contributivo, e quindi un periodo di circa 28-29 anni, è evidente che la misura non consente di anticipare l’età pensionabile (e a prescindere non lo permette affatto).

Il massimo che può fare la pace contributiva è quello di aumentare l’ammontare dell’assegno pensionistico accumulato.

Per ultimo, lo svantaggio della detrazione. Disponibile nella misura sperimentale del 2019-2021, per il nostro biennio non è invece prevista la detrazione fiscale del 50%, anche se tutto deducibile dal reddito complessivo.

Si tratta comunque di una spesa non indifferente, visto che bisognerà utilizzare i coefficienti IVS per il proprio Fondo INPS, che nel caso dei dipendenti è pari al 33%.

Pensioni, tutti i vantaggi e gli svantaggi della pace contributiva

Pensioni, quando conviene la pace contributiva

Se mancano 5 anni di contributi precisi e siamo completamente sfiniti dal lavoro, la pace contributiva conviene.

A sua volta, questo istituto conviene per chi non ha problemi a pagare migliaia di euro per "acquistare" gli anni contributivi mancanti.

Di contro, la pace contributiva non è l'ideale per chi non può accedere alla rateizzazione per i motivi sopraccitati, o per chi addirittura non può nemmeno permettersi di pagarla a rate per via degli alti costi.

Inoltre, per quanto possa essere vantaggioso il fatto di poter dedurre il contributo versato sul proprio reddito complessivo, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la detraibilità, appunto assente per il biennio 2024-2025.

Per finire, se da una parte la pace permette di aumentare l'assegno previdenziale, dall'altra non permette di uscire in anticipo utilizzando le varie Quote o Opzioni previdenziali oggi disponibili.