Naspi e lavoro occasionale sono incompatibili?

di FTA Online News pubblicato:
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L’indennità di disoccupazione, la Naspi, è compatibile con il lavoro occasionale? Dipende dal lavoro occasionale che viene svolto durante il periodo di disoccupazione. C’è differenza, infatti, tra le prestazioni occasionali e i lavori autonomi occasionali e anche le conseguenze sono differenti. Scopriamo i dettagli!

Naspi e lavoro occasionale sono incompatibili?

Quando si è percettori e beneficiari di Naspi, bisogna prestare molta attenzione ai lavori occasionali che si potrebbero intraprendere durante il periodo di disoccupazione.

Non tutti sono vietati e incompatibili, ma le normative e le circolari Inps non sono chiarissime su questo aspetto e possono trarre facilmente in errore, con conseguenze drastiche sull'indennità stessa.

Tentiamo di fare chiarezza in questo articolo.

Quando la Naspi è cumulabile e compatibile con altri lavori?

La Naspi è cumulabile con alcuni tipi di lavoro occasionale che si possono prestare durante il periodo di disoccupazione, ma non con tutti.

Stabiliamo il primo importante paletto che ha causato tantissimi errori da parte dei beneficiari della Naspi che si sono visti sospendere completamente l'indennità per pochi spiccioli guadagnati grazie ad un lavoro occasionale. Quindi prestate molta attenzione.

Le prestazioni occasionali (come per esempio fare la baby sitter attraverso i voucher e senza superare i cinque mila euro annui di guadagno) sono interamente cumulabili con la Naspi che si percepisce e non necessitano nemmeno di comunicazione all'Inps.

Il lavoro autonomo occasionale, anche se riguarda pochi euro, deve essere entro 30 giorni comunicato all'Inps che procederà a ridurre l'indennità Naspi di ben l’80%!!

Quando si comunica il lavoro autonomo all'Inps, si dovrà comunicare anche il reddito annuo presunto che si prevede si potrebbe guadagnare. E se il lavoro autonomo dura solo un mese? E' questa l'assurdità della norma. Bisogna comunicare comunque all'Inps il reddito presunto annuo, e subire la decurtazione.

Cosa accade alla Naspi se non si comunica l’inizio del lavoro autonomo occasionale?

Se l'Inps dovesse scoprirlo, magari grazie ad un controllo incrociato con l'Agenzia delle Entrate, la conseguenza sarebbe l'interruzione totale della restante parte della Naspi.

Per lavoro autonomo occasionale si intende ogni attività da libero professionista, eseguita con ricevuta e sottoposta a ritenuta d'acconto.

Starete pensando: meglio lavorare a nero dunque? No comment.

Ecco la circolare Inps che può trarre in inganno i beneficiari della Naspi

La circolare Inps n. 174 del 2017 che induce spesso in errore i percettori della Naspi, afferma che “è ammessa la possibilità di acquisire prestazioni di lavoro occasionali, intendendosi per tali le attività lavorative che danno luogo a compensi non superiori a 5.000 euro.”

Molti beneficiari non conosco la differenza tra prestazioni occasionali (baby sitter, pulizie, o altri lavori pagati con voucher) e lavori autonomi occasionali con ritenuta d'acconto e, in buona fede, spesso non comunicano all’Inps questi ultimi.

La sanzione da pagare, per questa mancata comunicazione, è davvero sproporzionata se paragonata all'errore: ovvero se si fa un lavoro con ritenuta d'acconto anche di sole 100 euro e non lo si comunica all'Inps, scambiandolo per prestazione occasionale che non prevede alcuna comunicazione invece, si rischia di vedersi interrotta completamente la Naspi, anche se mancano ancora migliaia di euro al suo completamento. Sembra assurdo ma è esattamente così.

Cos’è il lavoro autonomo non cumulabile con la Naspi?

Tutti i lavori che rientrerebbero in una libera professione con Partita Iva sono considerati lavori autonomi e sottoposti ad obbligo di comunicazione all'Inps entro trenta giorni. 

La cosiddetta prestazione occasionale accessoria, ovvero quella interamente cumulabile con la Naspi, è quella che potrebbe essere retribuita con i voucher INPS o con i buoni lavoro.

Di fatto, quindi, solo la prestazione occasionale è pienamente cumulabile con la Naspi e non necessita di comunicazione. Ricordate bene questo punto e questa differenza per non ritrovarvi a perdere del tutto la vostra indennità.

In tutti gli altri casi, il lavoro occasionale è autonomo, va comunicato e comporta una riduzione di ben l'80% dell’indennità Naspi.

Vista questa sottile differenza tra prestazione occasionale e lavoro autonomo occasionale, spesso accadono errori che mettono in fortissima difficoltà i beneficiari della Naspi.

Molti a volte iniziano un lavoro di poche centinaia di euro, considerandolo prestazione occasionale e interamente cumulabile con la Naspi, e invece si tratta di un lavoro autonomo occasionale, con ritenuta d'acconto e dunque va, non solo comunicata all'Inps, ma va accettata anche la decurtazione da parte dell'Ente dell'80% dell'indennità.

La normativa Naspi sulla cumulabilità con altri lavori, andrebbe semplicifata!

Bisognerebbe semplificare la normativa, renderla più chiara per impedire che i beneficiari di indennità, già in difficoltà a causa della Naspi, possano incappare in errori in buona fede che facciano perdere loro tutta l'indennità restante.

Per essere considerata occasionale una prestazione deve portare a percepire compensi inferiori ai 5mila euro l’anno e non possono essere percepiti importi superiori ai 2500 euro per ogni committente.

In questo caso i redditi derivanti dalla prestazione occasionale sono interamente cumulabili con la Naspi e non è necessario fare alcuna comunicazione all'Inps.

Diverso il caso del lavoro autonomo occasionale, effettuati per esempio con ritenuta d'acconto, per il quale vi è l'obbligo di comunicazione all'Inps entro 30 giorni dall'inizio dell'attività e con conseguente riduzione dell'indennità dell'80%.  Se la comunicazione non dovesse essere fatta, l'Inps sospenderebbe del tutto la Naspi restante.

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