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MPS, scaduto il lockup si valuta di nuovo la cessione delle quote del Tesoro

di FTA Online News pubblicato:
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Leonardo, seduta movimentata dopo i rumors su Rheinmetall, TIM in forma dopo la vendita della rete.

MPS, scaduto il lockup si valuta di nuovo la cessione delle quote del Tesoro

Banca MPS, le quote del Tesoro di nuovo all'attenzione

Buon avvio di seduta per Banca MPS su indiscrezioni del Sole 24 Ore relative alla vendita del 10-15 per cento da parte del Tesoro dopo la scadenza del lock up sul 26,7% residuo ancora in mano allo Stato.

Secondo il quotidiano l'obiettivo è quello di creare un nucleo di azionisti in vista di una fusione-acquisizione. Il Sole 24 Ore lega l'M&A al dossier bancassicurativo: l'accordo con l'attuale partner AXA scade nel 2027 e la scelta del nuovo compagno di viaggio potrebbe essere determinante anche per il destino della banca senese.

L'analisi del grafico di Banca MPS mette in evidenza la tendenza positiva in essere dall'autunno 2022 e il massimo dall'ottobre di quell'anno toccato lo scorso 31 maggio a 5,3640 euro. Da allora è partita una correzione che sembra aver trovato una base sul minimo del 14/6 a 4,1690, ipotesi confermata dal rialzo in essere da inizio ottava con superamento dell'ostacolo a 4,66. Le quotazioni puntano ora verso area 5, resistenza oltre la quale potrebbero lanciare un attacco a 5,3640: in caso di successo riattivazione del movimento rialzista verso 5,65 in prima battuta e quindi sul picco del settembre 2022 a 8,3350. Sotto 4,33 probabile test di 4,1690: in caso di rottura seguirebbero approfondimenti in direzione di 3,9370 (minimo del 16/4) e 3,44-3,45 (supporti e resistenze tra dicembre e febbraio).

Leonardo, seduta movimentata dopo i rumors su Rheinmetall

Seduta movimentata quella di ieri per Leonardo, archiviata con il segno negativo dopo le indiscrezioni di un prossimo accordo con Rheinmetall per creare una joint venture nel settore degli armamenti terrestri.

La newco si occuperà dei futuri contratti di produzione di nuovi carri armati pesanti (Mbt) e nuovi veicoli blindati di fanteria (Aifv) per l'esercito italiano. L'accordo non prevede apporti di stabilimenti industriali alla joint venture.

Settimana scorsa il gruppo ha comunicato che lo stabilimento di Grottaglie dovrà restare fermo per quattro mesi a causa del rallentamento di consegne e produzione del Boeing 787. La fabbrica, che attualmente realizza il 14% del Dreamliner, verrà riconvertita per l'assemblaggio finale del convertiplano AW609.

A Maggio l'a.d. Roberto Cingolani aveva dichiarato che nel 2024 i ritardi di Boeing potrebbero costare al gruppo circa 50 milioni di euro.
Da segnalare inoltre, sempre settimana scorsa, che gli analisti di Bank of America Global Research hanno confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo sul titolo a 26 euro.

I prezzi si stanno muovendo per vie laterali, da metà giugno, attorno al baricentro dei 22,60 euro circa. Recentemente hanno testato il supporto in area 21,00, strategico non solo nel breve periodo.

La violazione di tale riferimento potrebbe infatti avviare una correzione più concreta del rialzo visto dai bottom di marzo 2023, con conseguente affondo verso 19,00 euro, 38,2% di ritracciamento di detta ascesa ed area di transito della media mobile esponenziale a 200 sedute. Target successivo a 17,25 euro.

Segnali di ripresa più duraturi invece solo oltre 23,00, preludio al ritorno sui recenti massimi annuali toccati lo scorso mese a quota 24,59.

Telecom Italia in forma dopo la vendita della rete

Seduta al rialzo ieri per Telecom Italia. Il titolo ha guadagnato il 2,21% a 0,231 euro con i prezzi che hanno oscillato tra 0,2256 e 0,2315. Telecom Italia ha completato la cessione di NetCo a KKR. Equita Sim e Intesa Sanpaolo hanno confermato le raccomandazioni "buy" sul titolo. Per Intesa il target è a 0,4 euro, per Equita a 0,34 euro. L'operazione è stata realizzata conferendo a FiberCop (controllata al 58% da TIM) il ramo d'azienda comprendente l'infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, seguita dall'acquisizione dell'intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, controllata da KKR. Il deleverage previsto al closing è confermato a 14,2 miliardi di euro, con aggiustamenti e costi di separazione pari a 400 milioni di euro, per un incasso netto effettivo di 13,8 miliardi di euro.

La componente di cassa degli anticipi PNRR relativi a FiberCop, pari a 400 milioni di euro, è stata deconsolidata nell'operazione. I rapporti tra NetCo e TIM saranno regolati tramite un MSA (Master Service Agreement) di 15 anni, rinnovabile per altri 15, con servizi resi a prezzi di mercato e senza impegni minimi di acquisto.

A seguito dell'operazione, l'organico totale di TIM è sceso da 37.065 a 17.281 persone, equivalenti a 16.135 full time equivalent. Il Ministro del Tesoro Giorgetti ha espresso soddisfazione per il closing, sottolineando che il governo è intervenuto in un settore strategico con una significativa operazione di politica industriale che mette in sicurezza TIM e i suoi lavoratori.

Il titolo ha disegnato una piccola figura rialzista, un "doppio minimo", con base a 0,22 euro circa. Oltre area 0,235 i prezzi potrebbero tentare di riportarsi sul massimo di giugno a 0,257 euro. Solo oltre questa resistenza un eventuale rimbalzo potrebbe estendere verso area 0,28 almeno. Discese al di sotto di area 0,22 potrebbero anticipare la ripresa del ribasso, target sul minimo di marzo a 0,20 euro.