MPS in rally, confermato il superamento di una resistenza importante
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Mps in rally dopo la cessione del Tesoro, confermato il superamento di una resistenza importante
Forte rialzo questa mattina per Banca MPS che ha aperto gli scambi con un progresso del 10%.
Ieri HSBC ha avviato la copertura sul titolo con raccomandazione buy e prezzo obiettivo a 7,20 euro, la decisione è arrivata dopo che l'istituto di credito senese ha presentato una ottima trimestrale: l’utile del trimestre si è attestato a 407 milioni di euro, +31% su base annuale, ben oltre i 323 del consensus mentre da inizio anno l'utile è pari a 1.566 mln di euro, in crescita rispetto all’utile di 929 mln di euro conseguito nel corrispondente periodo del 2023.
Ma è stata la notizia di ieri sera a mercati chiusi a far balzare in alto stamani le quotazioni di Banca MPS. Il Mef, che deteneva una quota pari al 26,7% di Banca MPS, ha messo sul mercato la terza tranche di azioni, vendendo il 15% circa del capitale della banca con un premio del 5% rispetto al prezzo di chiusura di ieri.
Il principale acquirente è stato il Banco BPM che si è assicurato una quota del 5% circa, dopo la decisione deliberata dal cda straordinario di ieri pomeriggio, percentuale che però è destinata a salire dopo che Banco BPM chiuderà l'Opa su Anima, di cui Banca MPS è uno dei principali distributori.
Anche Anima ha infatti acquistato ieri una quota del 3% di MPS, mentre il restante 7% è andato a Caltagirone e Delfin in parti uguali (3,5% e 3,5%).
La vendita è avvenuta attraverso una operazione di Accelerated bookbuilding coordinata da Banca Akros, che fa capo a Banco BPM.
Dopo questa operazione lo Stato scende all'11,7% in Banca MPS ed il governo rispetta così gli accordi presi con Bruxelles, che implicavano una riduzione sotto al 20% nella banca senese, entro fine 2024.
Graficamente il titolo ha aperto questa mattina in area 6,00, con un rialzo del 10%, confermando il superamento della resistenza a 5,40 euro che tanto aveva fatto penare i prezzi nell'ultimo semestre. Quota 6,00 euro era il target ipotizzabile nel breve ed ora potrebbe rappresentare un ostacolo di difficile superamento almeno in prima battuta. Oltre 6,00 euro il titolo avrebbe comunque ampi margini di miglioramento con obiettivi a 6,50 e 8,50 circa. Negativo invece l'eventuale ritorno sotto 5,30, preludio al riavvicinamento dei supporti strategici posizionati tra 4,80 e 4,95 euro.
De' Longhi in rally ieri dopo i dati
Nettamente positiva la seduta di ieri di De' Longhi: il titolo ha guadagnato il 6,26% a 29,52 euro dopo avere oscillato tra 27,98 e 29,92 euro. Anche stamane il titolo guadagna un altro 0,75% e si porta a 29,74 euro.
De' Longhi ha riportato risultati solidi per il terzo trimestre, con vendite in crescita del +14% su base annua (+5,2% organico), spinte dalle ottime performance nei settori caffè e Nutrition and Food Preparation.
Nei primi nove mesi, De' Longhi ha registrato ricavi in crescita dell'11,6% a 2,229 miliardi di euro (+4,1% a perimetro costante). L'EBITDA adjusted è aumentato del 26,7%, mentre l'EBIT ha segnato un +31,7%. L'utile netto di competenza è cresciuto del 22,2%, raggiungendo 173,8 milioni di euro. Sulla base di questi risultati e delle buone prospettive per l'inizio del quarto trimestre, il management ha aggiornato al rialzo la guidance per l'intero anno: ora si prevede una crescita delle vendite del +11%/+12% (rispetto al precedente +9%/+11%) e un EBITDA tra 540 e 550 milioni di euro, in rialzo rispetto alla stima iniziale di 500-530 milioni. UBS e Mediobanca Research hanno reagito positivamente, aumentando i target price su De' Longhi.
UBS ha confermato il rating "buy" su De' Longhi, alzando il target price a 43,5 euro dai precedenti 41,1 euro, mentre Mediobanca Research ha mantenuto un giudizio "neutral," con un target price incrementato a 31 euro da 30 euro.
Il titolo è in una situazione grafica difficile: i prezzi hanno oscillato dal minimo di agosto all'interno di un "canale", ovvero di due linee parallele. Questo tipo di andamento spesso, a posteriori, si dimostra una struttura correttiva, ovvero una semplice interruzione della tendenza precedente, che non viene quindi invertita.
Questo vuole dire che il rialzo dal minimo di agosto potrebbe essere presto sostituito dalla ripresa del trend ribassista visto dai massimi di maggio. Un primo indizio in questo senso verrebbe al di sotto di area 28 euro, la conferma con la violazione della base del canale, passante al momento a 26,50 euro.
Prezzi inferiori a questo supporto potrebbero anticipare non solo il test del minimo di agosto a 24,84 euro ma anche la violazione di quei livelli e il raggiungimento di area 23,50 almeno.
Sarebbe solo il superamento a 30,80 del 61,8% di ritracciamento del ribasso dal top di maggio ad allontanare il rischio di nuovi cali favorendo invece movimenti fino a 32,50 circa.