Leonardo: la difesa italiana passa dagli F-35, ma l'Ucraina potrebbe anticipare un cessate il fuoco
pubblicato:Poste in calo, Tesoro verso la vendita delle quote
Leonardo positivo ieri. Il titolo ha guadagnato l'1,71% a 20,19 euro. I prezzi hanno oscillato tra 19,905 e 20,37 euro.
Il Documento Programmatico Pluriennale della Difesa 2024-2026 è stato presentato in Parlamento e prevede per l'Italia una spesa militare di 32,3 miliardi di euro per il 2024, con un incremento di 1,6 miliardi rispetto al 2023. Una parte significativa di questa spesa sarà destinata al nuovo cingolato da combattimento e al nuovo carro armato.
Il Documento Programmatico Pluriennale (DPP) per la Difesa 2024-2026 prevede anche un significativo potenziamento della flotta italiana di F-35. Il piano prevede l'acquisizione di 25 caccia in più, aumentando il totale da 90 a 115 velivoli, con una spesa aggiuntiva di 7 miliardi di euro. Questa decisione risponde alla richiesta delle forze armate di avvicinarsi ai 131 caccia F-35 originariamente previsti nel 2009.
Inoltre, il governo ha avanzato una richiesta di parere parlamentare per il programma di armamento dei F-35, finalizzato a garantire la Full Operational Capabilities (FOC) della componente aerotattica imbarcata di quinta generazione. Questo programma include l'acquisizione di armamenti necessari per potenziare le capacità dei caccia F-35B MM.
Tuttavia, i titoli del settore della difesa (non solo Leonardo, ma anche Rheinmetall, SAAB, Thales e BAE Systems) stanno affrontando difficoltà.
Secondo Bloomberg, alcuni alleati dell'Ucraina stanno discutendo sul possibile esito della guerra con la Russia, sollevando dubbi su un possibile cessate il fuoco prematuro da Kiev. Si sta valutando la possibilità di negoziazioni e di un tavolo per la descalation delle ostilità, ma la decisione finale spetta al presidente Volodymyr Zelensky.
Il rimbalzo di ieri si è limitato a ritracciare la metà circa del ribasso della seduta precedente, troppo poco per avere un impatto significativo sulla tendenza. Solo il superamento di area 20,95 sarebbe da leggere come un segnale di forza, almeno per il breve termine, che potrebbe portare verso area 22 euro. Una indicazione più duratura verrebbe tuttavia solo al di sopra di 22,80/85, area di transito della trend line ribassista disegnata dal massimo di giugno a 24,59, che diverrebbe il target al superamento della linea. Sotto are 19,50/70 i prezzi si lascerebbero alla spalle anche la media mobile esponenziale a 200 giorni.
Nel mondo del trading e dell'analisi tecnica, uno degli strumenti più utilizzati per monitorare la direzione e la forza di un trend è la media mobile esponenziale (EMA) a 200 giorni. Questo indicatore, semplice nella sua concezione, rappresenta un pilastro per molti trader e investitori a lungo termine, in quanto offre un modo efficace per identificare le tendenze di mercato e potenziali punti di svolta.
Ma cosa rende la media mobile esponenziale a 200 giorni così rilevante, e come possiamo utilizzarla al meglio per le nostre strategie di trading?
La EMA è una variante della classica media mobile semplice (SMA), ma con una differenza cruciale: attribuisce maggiore importanza ai dati più recenti. Questo rende la EMA più reattiva rispetto alla SMA, permettendo di captare i movimenti di mercato con un leggero anticipo. La scelta di un periodo di 200 giorni non è casuale; si tratta di una durata che copre un lungo arco temporale, rendendola ideale per analizzare trend di medio-lungo termine.
Quando si parla di EMA a 200 giorni, la si considera spesso come una linea di demarcazione tra un mercato rialzista e uno ribassista. Se il prezzo si trova al di sopra di questa media, ci si aspetta che il mercato sia in una fase di crescita; al contrario, se è al di sotto, si potrebbe assistere a una fase di declino.
Uno degli usi più comuni della media mobile esponenziale a 200 giorni è quello di supporto o resistenza dinamica. Quando il prezzo di un’azione o di un altro asset è in un trend rialzista e si avvicina alla EMA a 200 giorni, spesso questa agisce come una barriera, o meglio, come un “supporto” per il prezzo. In altre parole, la EMA può fungere da linea guida che il mercato rispetta, e un eventuale rimbalzo da essa può confermare la continuazione del trend.
La posizione del prezzo rispetto alla EMA a 200 giorni può dirci molto sulla forza del trend in corso. Quando il prezzo è stabilmente sopra la EMA, ci troviamo in un mercato rialzista forte. Gli investitori tendono a sentirsi sicuri nell'acquistare e mantenere posizioni lunghe, poiché il prezzo si sta muovendo in un contesto di crescita.
Al contrario, quando il prezzo si trova sotto la EMA a 200 giorni, significa che il mercato sta attraversando una fase di debolezza, suggerendo che i venditori hanno il controllo. In questo caso, è più probabile che gli investitori riducano le loro posizioni o addirittura inizino a shortare, prevedendo ulteriori ribassi.
Uno degli aspetti più affascinanti della EMA a 200 giorni è la sua capacità di segnalare potenziali inversioni di trend. Se il prezzo rompe al ribasso, come potrebbe accadere per Leonardo, la EMA a 200 giorni, si può interpretare come un segnale di debolezza, suggerendo una possibile inversione verso un trend ribassista.
Per Leonardo la violazione di area 19,50 potrebbe anticipare una discesa verso 16,25, base del gap del 6 febbraio. Supporto intermedio a 18 euro circa.
Poste in calo, Tesoro verso la vendita delle quote
Poste ha ceduto terreno nella giornata di ieri arretrando del 3% circa, tanto da annullare il recupero visto nelle precedenti 7 sedute. A penalizzare il titolo è stata l'approvazione del decreto del presidente del consiglio dei ministri (dpcm) che prevede la vendita di una quota del gruppo con mantenimento del 50% in mani pubbliche. Via libera quindi alla cessione del 14,7% circa, dato che al momento il Tesoro ha il 64,7% di Poste (di cui il 35% tramite CDP).
Questa mattina il titolo ha aperto in recupero risalendo in area 12,40, ancora distante tuttavia dai massimi toccati martedì a 12,765 euro. Graficamente non ci sono particolari situazioni da segnalare, da almeno 4 mesi i prezzi sono impegnati in un prolungato movimento laterale di consolidamento dopo il bel rialzo visto dai bottom di febbraio (9,74 euro).
Il titolo ha ritracciato metà circa di tale ascesa prima di provare a riprendere quota, ma sarà necessario il superamento delle resistenze strategiche presenti tra 12,80 e 13,00 euro per sancire la ripresa del trend rialzista di lungo periodo e prospettare il raggiungimento di nuovi record assoluti, ipotizzabili inizialmente in area 13,70 e poi oltre 14,00 euro. Flessioni fino a 11,90 resterebbero compatibili con la possibilità di un attacco in tempi brevi a dette resistenze. Sotto 11,90 invece probabile un nuovo test a 11,40 circa, poi via libera verso area 10,50 dove è ancora aperto il gap rialzista di fine febbraio.