Inizio 2025 positivo per Eni in Borsa

di FTA Online News pubblicato:
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Acquisti su Eni grazie al rialzo del petrolio. Poste Italiane vicina al recente record.

Inizio 2025 positivo per Eni in Borsa

Eni reagisce

Reazione di Eni nelle ultime due sedute del vecchio anno e buon avvio nel nuovo (+1,3% a 13,26 euro). Il titolo ha guadagnato lunedì l'1% dopo aver annunciato nel fine settimana l'avvio della produzione della Fase 2 del progetto Baleine nell'offshore della Costa d'Avorio. Grazie a questo traguardo, la produzione raggiungerà 60.000 barili di olio al giorno e 70 milioni di piedi cubi di gas associato (equivalenti a 2 milioni di metri cubi). La Fase 1 è stata avviata ad agosto 2023. Baleine è il primo progetto Upstream a zero emissioni nette (Scope 1 e 2) in Africa.

Le quotazioni rimbalzano

Graficamente il titolo è rimbalzato dopo aver testato nella seduta del 17 dicembre, in area 21,50, il 61,8% di ritracciamento del rialzo partito a settembre 2022. Nello stesso giorno i prezzi sono scesi fino a 12,28 euro, andando a testare anche la base del canale che li contiene da aprile, il cui estremo opposto transita attualmente a 14,10 euro. La linea mediana dello stesso canale si trova a 13,15 euro e rappresenta la prossima resistenza nel breve per il titolo.

Oltre 13,15 con conferme al superamento di 13,25 verrebbero creati i presupposti per la copertura del gap down del 26 novembre a 13,74 euro, target successivo sulla citata parte alta del canale in area 14,00. Sotto 12,50 invece verrebbe generato un nuovo segnale di debolezza che potrebbe avere ripercussioni nel medio lungo periodo, proiettando i corsi verso un primo target a 11,70 euro. Più in basso probabile il ritorno sui bottom di settembre 2022 a 10,42 euro.

Poste stabile, vendita quota Tesoro rinviata al 2025

Poste Italiane poco mosso nella seduta del 30 dicembre (oggi -0,1% a 13,6050 euro). Il titolo ha ceduto lo 0,18% a 13,62 euro dopo avere oscillato tra 13,56 e 13,68 euro.

Il rinvio al 2025 della privatizzazione del 14% di Poste Italiane, inizialmente prevista per la seconda metà del 2024, offre interessanti spunti di riflessione per gli investitori. Il governo, desideroso di preservare il controllo e l’“italianità” dell’azionariato, sembra intenzionato a coinvolgere attivamente le Fondazioni bancarie (come Cariplo, CR Cuneo, CR Lucca e CR Firenze), le quali hanno già dimostrato disponibilità a partecipare.

Questa strategia potrebbe rivelarsi cruciale per mantenere una governance stabile e bilanciare il peso degli investitori retail e dei dipendenti. Il piano del governo mira inoltre a raccogliere €14 miliardi dalle privatizzazioni tra il 2024 e il 2026, il che rende probabile la realizzazione del collocamento in due tranche, con la prima parte nella prima metà del 2025.

Implicazioni per il titolo Poste Italiane
Cap al rialzo nel breve termine: L’attesa per il collocamento e la prospettiva di un aumento della liquidità potrebbero frenare temporaneamente il potenziale di rialzo del titolo.

Benefici nel lungo termine

Aumento della liquidità del titolo: Un’operazione di tale portata potrebbe ampliare la base azionaria, rendendo il titolo più liquido e attrattivo per un pubblico internazionale.
Riduzione dell’influenza politica percepita: Una maggiore diversificazione dell’azionariato potrebbe ridurre la percezione di un’eccessiva ingerenza politica.
Dividend yield interessante: Poste Italiane resta un titolo apprezzato per il suo rendimento da dividendi, il che potrebbe continuare ad attrarre investitori focalizzati sul reddito.

La privatizzazione, pur con un possibile impatto temporaneo sul titolo, rappresenta un’opportunità strategica per Poste Italiane nel lungo termine. Gli investitori potrebbero osservare con attenzione l’evoluzione di questa operazione, valutando le implicazioni sia sul fronte della governance sia sulle performance di mercato del gruppo.

Il titolo ha toccato un nuovo massimo storico il 13 dicembre a 13,94 euro per poi avviare una flessione che lo ha portato a testare negli ultimi giorni la media mobile esponenziale a 50 sedute, ora in transito a 13,35 euro circa. La stessa media ha funzionato molto bene come supporto negli ultimi mesi, a partire da settembre, quando ha fornito lo spunto per rimbalzi tutte le volte che è stata avvicinata dai prezzi. Solo una chiusura di seduta al di sotto della media potrebbe fare quindi temere l'avvio di una correzione di tutto il rialzo che il titolo ha messo a segno dal minimo di agosto a 11,30 euro. Primo supporto in quel caso a 12,75 euro, poi in area 12,30 euro. Se i prezzi troveranno la forza per rimanere al di sopra di area 13,35 e per superare poi area 13,95 il trend rialzista si potrà dire conservato, con obiettivi che nel medio termine si estendono fino in area 16,50, mentre nel breve sono limitati ai 15 euro, livello dal quale potrebbero disegnarsi flessioni temporanee.