Generali, crescita inarrestabile e Unicredit manovra in vista dell’Assemblea
pubblicato:Banco BPM, scontro con UniCredit su Anima, quali scenari?
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Generali, Unicredit sale ancora, manovre in vista dell'assemblea
Generali è tornato a salire dopo la flessione vista in chiusura della precedente ottava. Ieri i prezzi hanno toccato nuovi massimi pluriennali a 32,59 euro dopo che la Consob ha comunicato l'incremento della partecipazione di Unicredit al 5,23% dal 4,090% precedente.
I due amministratori delegati Philippe Donnet e Andrea Orcel si sarebbero incontrati nei giorni scorsi, probabilmente su richiesta di Donnet, in vista dell'assemblea per il rinnovo del cda di Generali (in agenda l'8 maggio) e della scadenza del termine (tra circa un mese) per la presentazione delle liste.
Sulla compagnia triestina sono in corso grandi manovre con Delfin e Caltagirone in azione anche sulla controllante Mediobanca, via Banca MPS.
La scorsa settimana Francesco Milleri, a.d. di EssilorLuxottica e presidente di Delfin ha affermato che la holding della famiglia Delvecchio a breve potrebbe ottenere l'ok dell'IVASS a salire fino al 20% nel gruppo assicurativo triestino, dopo l'autorizzazione a restare sopra il 10% a seguito del buyback già conseguita, e quindi arrotondare la quota (9,82% in base al sito Consob, secondo azionista dietro Mediobanca con il 12,8%).
Generali, azioni in corsa vero i top del 2007 a 34 euro
Il titolo nel frattempo prosegue speditamente la marcia di avvicinamento ai massimi del 2007 in area 34,00, obiettivo messo nel mirino a settembre con il superamento della resistenza a 25,00 euro ed ora ormai ad un passo.
Sono infatti circa 7 i punti percentuali che dividono i prezzi attuali dal target e stando a quanto visto nel recente passato potrebbero essere colmati in tempi relativamente brevi.
Il quadro tecnico gode di buona salute ed appare ben sostenuto dalla trendline che si origina dai bottom del 7 gennaio, ora a 31,80 circa.
Solo il cedimento di tale riferimento aprirebbe ad una correzione più corposa del recente rialzo, allontanando momentaneamente il target di area 34,00.
Probabile in tal caso un primo test a 31,20 ed il successivo calo in direzione di 30,30 circa.
Banco BPM, scontro su Anima
Banco BPM ancora al rialzo. Il titolo ieri è salito del 2,59% a 9,04 euro dopo avere oscillato tra 8,80 e 9,048 euro.
La tensione tra UniCredit e Banco BPM si è intensificata sull’OPA (offerta pubblica di acquisto) lanciata da Banco BPM su Anima Holding e sulla contestuale OPS (offerta pubblica di scambio) proposta da UniCredit su Banco BPM.
Al centro dello scontro ci sono le modifiche che Banco BPM intende apportare all’offerta su Anima: l’aumento del prezzo da 6,2 a 7,0 euro e la possibile rinuncia ad alcune condizioni di efficacia, tra cui il Danish Compromise.
Quest’ultimo, se applicato, consentirebbe a Banco BPM di trattare la partecipazione in Anima in modo più favorevole ai fini patrimoniali. UniCredit, preoccupata per le conseguenze di queste modifiche, ha dichiarato che potrebbe ritirare la sua OPS se le nuove condizioni verranno approvate nell’assemblea del 28 febbraio.
Uno dei punti critici riguarda il requisito patrimoniale CET1 ratio di Banco BPM. Secondo UniCredit, in caso di acquisizione completa di Anima senza il beneficio del Danish Compromise, il CET1 proforma potrebbe scendere fino all’11,38%, ben al di sotto del target dichiarato da Banco BPM.
Quest’ultima, però, respinge con fermezza tali stime, definendole “errate e fuorvianti” e ribadendo l’impegno a mantenere un CET1 superiore al 13%, anche considerando un payout elevato agli azionisti.
La questione del prezzo è altrettanto spinosa. UniCredit sostiene che la sua offerta incorpora già un premio significativo del 14,8% rispetto al prezzo delle azioni Banco BPM prima dell’annuncio dell’OPA su Anima.
Banco BPM, invece, ritiene che l’offerta non rifletta il valore reale del gruppo, specialmente alla luce dell’acquisizione di Anima, dell’investimento in MPS e dei risultati solidi del terzo trimestre 2024.
Da qui la richiesta di un corrispettivo superiore. Non mancano le frecciate sulle rispettive trasparenze informative: Banco BPM accusa UniCredit di non fornire dettagli esaustivi sui propri investimenti in Commerzbank e Generali, oltre che sull’esposizione residua in Russia.
UniCredit, dal canto suo, sottolinea di aver ridotto drasticamente l’esposizione russa e chiarisce la propria posizione sui dossier aperti.
Lo scontro tra UniCredit e Banco BPM va ben oltre le cifre. Da un lato, UniCredit sta cercando di tutelarsi da un potenziale aumento del costo di acquisizione dovuto alle modifiche sull’OPA Anima; dall’altro, Banco BPM punta a massimizzare il valore per i propri azionisti, rafforzando la propria posizione contrattuale.
Il Danish Compromise è un elemento chiave: la sua applicabilità può fare la differenza tra un’operazione sostenibile e una che erode significativamente il capitale.
Se Banco BPM riuscirà a farlo valere, potrà integrare Anima con un impatto patrimoniale contenuto, rafforzando la propria strategia focalizzata sulle “fabbriche prodotto” e su una crescita organica dei ricavi.
Sul piano negoziale, la minaccia di UniCredit di ritirare l’offerta appare come una mossa per mettere pressione sugli azionisti di Banco BPM in vista dell’assemblea. Tuttavia, l’insistenza di Banco BPM su un prezzo più elevato suggerisce che il mercato percepisca margini per un possibile rilancio, specialmente se l’OPA Anima avrà successo alle condizioni riviste.
In sintesi, la disputa riflette un delicato equilibrio tra l’esigenza di preservare solidità patrimoniale e l’ambizione di espandersi tramite operazioni straordinarie.
Il 28 febbraio rappresenterà un passaggio cruciale: la decisione dell’assemblea di Banco BPM potrà ridefinire i rapporti di forza e aprire la strada a nuovi scenari, tra cui un potenziale rilancio da parte di UniCredit o, al contrario, un raffreddamento delle trattative.
Banco BPM, ancora margini di ascesa per il titolo
Banco BPM ha ancora spazio per salire: i prezzi hanno disegnato una sequenza in 5 onde dai minimi di inizio 2020, il primo target di questa sequenza era in area 8,20 euro, la rottura di questa resistenza apre la strada a movimenti verso i 9,50/9,80 euro almeno (onda 1 fino al massimo di febbraio 2022, onda 3 fino al massimo di maggio 2024, estesa 1,618 volte l'onda 1).
Solo discese al di sotto della media mobile esponenziale a 20 giorni, passante a 8,65 euro, se confermate in chiusura di giornata, metterebbero in discussione le possibilità di estensione del rialzo. Sotto 8,65 i prezzi potrebbero portarsi verso gli 8 euro. Al di sotto di questo sostegno rischio di una correzione estesa di tutto il rialzo in atto dal minimo di agosto 2024.