FTAOnline

Eni, gli analisti promuovono i piani

di FTA Online News pubblicato:
5 min

Rumors su interesse di Unicredit per la baltica Luminor. Iren, l'aggiornamento del piano industriale incoraggia i corsi

Eni, gli analisti promuovono i piani

Eni, gli analisti approvano i piani

Chiusura di seduta positiva ieri per Eni. Il titolo ha guadagnato lo 0,79% a 14,236 euro. I prezzi hanno oscillato tra 14,192 e 14,436 euro. Eni ha ricevuto una serie di raccomandazioni di acquisto. Redburn ha alzato il giudizio da neutral a buy con un prezzo obiettivo incrementato da 16 a 17,3 euro. Gli analisti sostengono che è "tempo di brillare", indicando che i prezzi attuali in Borsa dell'azione rappresentano un "interessante punto di ingresso". Secondo loro, l'attuale valutazione del titolo non riflette pienamente l'"outlook positivo" del gruppo. Inoltre, hanno migliorato la stima dell'EPS per il 2024 del 3%.

Equita Sim ha confermato il rating buy su Eni con un prezzo obiettivo a 19,5 euro. Gli analisti di Equita hanno evidenziato le dichiarazioni del CEO Claudio Descalzi riguardo alla probabile cessione di una quota di minoranza in Enilive entro fine anno, anticipando le previsioni del piano industriale presentato a marzo. Nel 2024, Enilive prevede un EBITDA di circa 1 miliardo di euro, in linea con il 2023, con un obiettivo al 2027 di oltre 1,6 miliardi di euro.

Equita ha sottolineato il modello satellitare di Eni, prevedendo un guadagno netto positivo da fusioni e acquisizioni di 8 miliardi di euro nel periodo 2024-2027. Gli analisti ritengono che Enilive possa ottenere valutazioni superiori rispetto a quelle attuali di Eni nel settore oil & gas, il che potrebbe essere un catalizzatore positivo per il titolo.

Banca Akros ha ribadito anch'essa la raccomandazione buy su Eni con un target price a 18,5 euro. Gli esperti hanno recentemente evidenziato che la stampa ha valutato l'intero business di Enilive a circa 10 miliardi di euro.

La candela giornaliera disegnata ieri da Eni è uno "shooting star", elemento che compare in presenza di forti resistenze. I massimi di seduta sono a contatto con il lato alto del gap ribassista del 4 giugno, senza il superamento di quei livelli il rimbalzo delle ultime sedute potrebbe rivelarsi solo temporaneo. Il titolo ha completato di recente l'ampia figura ribassista disegnata in area 15,85 euro dal 27 ottobre. Fino a che la figura non risulterà cancellata, e i primi indizi in questo senso verrebbero al di sopra di area 14,70, le prospettive saranno di proseguimento del ribasso verso area 12,80 almeno, con target successivo a 12,15 euro. Oltre 14,70 attesa la ricopertura del gap ribassista del 16 maggio con lato alto a 15 euro.

Unicredit, rumors su interesse per Luminor

Attenzione a Unicredit che sembra intenzionata ad espandersi nei Paesi Baltici. Secondo Bloomberg, che cita fonti a conoscenza del dossier, il gruppo guidato da Andrea Orcel ha presentato un'offerta per l'istituto estone Luminor Bank. Unicredit è in concorrenza con Otp Bank Nyrt, la banca più grande dell'Ungheria. L'analisi del grafico di Unicredit mette in evidenza l'ascesa originata dai minimi della prima metà del 2022, movimento che recentemente ha portato le quotazioni sui massimi dall'estate 2011. Il titolo sta ora recuperando terreno dopo la correzione vista subito prima della metà di giugno, nell'intento di attaccare il massimo di inizio mese a 37,18 euro. Una vittoria confermata in chiusura di seduta su questo riferimento determinerebbe la riattivazione della tendenza rialzista di fondo verso l'ex supporto 48,30 circa, con obiettivo successivo sul massimo del febbraio 2011 in area 66,80. Discese sotto 33,6450 anticiperebbero un test del minimo del 14 giugno a 32,18, supporto determinante nel breve periodo: in caso di violazione probabile un approfondimento sui 30,20 toccati a marzo.

Iren, l'aggiornamento del piano industriale incoraggia i corsi

Seduta positiva ieri per Iren, che ha toccato i massimi da metà gennaio dopo l'approvazione dell'aggiornamento del piano industriale al 2030. Sono previsti investimenti pari a 8,2 miliardi di euro soprattutto per infrastrutture delle reti energetiche e del ciclo idrico, per lo sviluppo della capacità rinnovabile e del settore ambientale. Per il dividendo prevista una crescita dell'8% fino al 2027. L'EBITDA 2030 è atteso a circa 1,8 miliardi (+600 milioni rispetto al 2023) con crescita media annua del 6%. Posizione finanziaria netta/EBITDA in miglioramento con ratio a 2,7x nel 2030. Utile netto di Gruppo superiore a 400 milioni a fine periodo, con crescita media annua del 7%. Da segnalare inoltre che il consiglio di amministrazione del gruppo ha deliberato il licenziamento del dott. Paolo Signorini per giusta causa oggettiva, in conseguenza della oggettiva incompatibilità della prestazione lavorativa del dott. Signorini, in qualità di Dirigente Apicale di Iren SpA, con la situazione contingente generatasi.

Le misure di custodia cautelare intraprese nei confronti del dott. Signorini il 7 maggio 2024, connesse alle indagini in corso della Procura della Repubblica di Genova e confermate anche dopo le istanze avanzate dalla sua difesa, causano un'impossibilità, ormai irreversibile e non più soltanto temporanea, di esercizio delle sue funzioni di Dirigente Apicale.

Il titolo, come detto, ha allungato il passo ieri salendo nell'intraday fin sopra quota 2,00 prima di attestarsi in chiusura a 1,99 euro. Il quadro tecnico resta caratterizzato dalla prolungata fase laterale che si protrae dallo scorso anno a cavallo di area 1,90, circostanza che mantiene incerto lo scenario, i prezzi dovranno trovare la forza per salire ulteriormente nel breve e spingersi fin sopra 2,10/2,15 per riuscire ad inviare un primo segnale di forza nel medio lungo periodo, tale da tornare ad alimentare il recupero in atto dai bottom del 2022 (area 1,27) e proiettare obiettivi verso 2,50, con target intermedio a 2,30 circa dove troviamo il 61,8% di ritracciamento della discesa dai top del 2021 toccati a 2,9120 euro. Sul fronte dei supporti invece monitorare quello a 1,80 euro, la cui violazione introdurrebbe il test a 1,70 e poi quello a 1,60 circa, riferimento critico nel lungo periodo.