Azioni: meglio alta o bassa volatilità?

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

La volatilità è uno strumento utile al fine di comprendere la rischiosità di un investimento e capire se sia adatto o meno alle esigenze di un investitore. Ovviamente, a seconda del punto di osservazione, può essere vista come opportunità o come un elemento esclusivamente negativo. 

Azioni: meglio alta o bassa volatilità?

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Azioni: cosa è la volatilità 

Azioni: cosa è la volatilità 

Per prima cosa, è essenziale comprendere il significato del termine volatilità. 

In particolare, questa parola sta a identificare le forti oscillazioni di prezzo di una determinata attività finanziaria in un breve lasso di tempo. 

Ovviamente, si deve anche considerare il tipo di strumento finanziario preso in esame. 

Quello che può essere normale per una azione, non lo è per uno strumento obbligazionario.  

Ecco che quindi bisogna sempre valutare le cose inserite nel loro naturale e corretto contesto. 

Fatta questa premessa, possiamo quindi affermare che una volatilità più accentuata sta ad indentificare un rischio maggiore (ma anche prospettive di guadagno più elevate). 

Viceversa, una volatilità bassa consente all’investitore di dormire sonni più tranquilli ma, allo stesso tempo, non permette voli pindarici in tema di performances. 

Azioni: alta volatilità, problema o opportunità? 

L’alta volatilità è sempre da considerare un demone dal quale stare alla larga oppure può rappresentare una opportunità da sfruttare? 

Dipende dalla posizione dell’investitore, dalla tipologia dello stesso, dagli obiettivi che ha, dal livello di rischio che può ed è in grado (anche psicologicamente) di sopportare. 

Per un trader, ad esempio, una spiccata volatilità rappresenta una manna dal cielo, una opportunità da cogliere e sfruttare quanto più possibile. 

Il cassettista, invece, avendo un approccio totalmente diverso, preferirà rivolgersi a titoli che presentano movimenti meno ondulatori e che evitino quindi ansia, stress e problemi psicologici. 

Come detto in precedenza, l’alta volatilità, per color che fanno trading, rappresenta la situazione ideale.

Il trader, infatti, ha come obiettivo la massimizzazione del profitto in un ristretto range di tempo: il classico “mordi e fuggi”, tanto per essere chiari. 

Ovvio che, maggiore è la volatilità di un titolo, più elevate sono le possibilità di riuscire a sfruttarla per portare a casa dei bei guadagni. 

Lo stesso discorso vale anche per i gestori di fondi e patrimoni: per coloro che usano strategie gestionali attive, l’alta volatilità rappresenta un “plus” in grado di portare a casa “gain” decisamente interessanti. 

Azioni: bassa volatilità per ridurre il rischio 

Il cassettista o il gestore passivo invece, cercano di stare il più possibile alla larga dalle azioni più volatili. 

L’obiettivo, infatti, non è quello di massimizzare il guadagno in un tempo breve, ma di costruirlo nel tempo, attraverso un livello di rischio decisamente più contenuto. 

Il cassettista, il gestore che attua una strategia passiva, non vuole quindi rischiare più del dovuto.

L’orizzonte temporale è sicuramente più diluito nel tempo e la componente psicologica assume un ruolo prioritario nelle scelte effettuate. 

La possibilità di ingenti perdite, infatti, crea ansia e stress: l’investitore in questione vive male queste situazioni e quindi cerca di evitarle in ogni modo. 

Il cassettista, di norma, non passa le giornate a monitorare il prezzo del titolo che ha acquistato: consapevole di aver optato per una azione con una bassa volatilità, la tiene sotto controllo, ma senza affanni e ossessioni.