Borsa Oggi, MPS e Leonardo sotto la lente
pubblicato:MPS in calo dopo le manovre di Unicredit su Banco BPM.
Leonardo debole, voci di accordo in Medioriente
La giornata di ieri a Piazza Affari è stata caratterizzata da una significativa attenzione verso il settore bancario, con Banco BPM in forte rialzo (+5,48%) dopo l'annuncio da parte di Unicredit di un'offerta pubblica di scambio volontaria (Ops) su tutte le azioni ordinarie di Banco BPM.
Al contrario, Unicredit ha registrato un calo significativo (-4,67%), riflettendo le incertezze legate alla proposta.
La terza banca che risulta toccata da questa operazione, Mps, ha ceduto il 2,23% a 5,80 euro.
Andrea Orcel, CEO di Unicredit, ha specificato su LinkedIn che l'offerta è al momento non vincolante e che la decisione finale spetta al CdA di Banco BPM e agli azionisti di entrambe le banche.
Orcel ha sottolineato che l'Ops su Banco BPM non influenzerà il progetto di investimento in Commerzbank, operante in un mercato diverso, e che i progressi su quel fronte richiedono ulteriore tempo.
Banco BPM ha recentemente dichiarato che la propria partecipazione in Banca Monte dei Paschi di Siena (B. Mps) è finalizzata a proteggere gli accordi di distribuzione con Anima Holding, uno degli asset cruciali di Banco BPM nel settore del risparmio gestito. Orcel ha inoltre precisato che Unicredit non ha interesse verso Mps, confermando un focus esclusivo sull’operazione con Banco BPM.
B. Mps ha chiuso in calo (-2,23%), probabilmente influenzata dalla dichiarazione di Orcel e dalle dinamiche competitive all'interno del settore. Implicazioni L'Ops proposta da Unicredit rappresenta un'importante mossa strategica, in linea con le ambizioni di consolidamento nel settore bancario italiano. Banco BPM potrebbe essere spinto a considerare seriamente l'offerta, date le sinergie potenziali e l'attuale clima competitivo. Tuttavia, il coinvolgimento di attori come Anima e le tensioni sugli accordi di distribuzione potrebbero complicare il processo.
In sintesi, l'annuncio ha portato Banco BPM al centro dell'attenzione del mercato, con effetti misti sul settore bancario e sull'andamento delle azioni dei principali istituti coinvolti.
L'azione di Mps si è mossa per vie laterali tra il massimo di maggio e quello di ottobre in una fascia compresa tra i 4,10 e i 5,30 euro. La rottura della parte alta della fascia è avvenuta l'8 novembre. Successivamente i prezzi si sono avvicinati al target di area 6,50, ottenuto come proiezione dell'ampiezza della fascia laterale dal punto di rottura.
Per il momento il segnale rialzista inviato l'8 novembre resta valido, solo discese al di sotto di 5,65, massimo del 13 novembre, lo metterebbero in discussione, prospettando il test di area 5,30. Movimenti al di sotto di quel supporto potrebbero dimostrarsi pericolosi anche in ottica di medio periodo. Sopra i 6 euro atteso il ritorno verso la resistenza a 6,50. Oltre quei livelli il target si sposterebbe a 7,20 euro.
Leonardo debole, voci di accordo in Medioriente
Avvio di ottava con il segno negativo per Leonardo che ieri ha ceduto il 2 per cento attestandosi a 25,00 euro.
La debolezza sembrerebbe dovuta alle indiscrezioni del sito Axios, secondo il quale Israele e il Libano avrebbero trovato un accordo per definire i termini del cessate il fuoco al conflitto tra Tel Aviv ed Hezbollah, il partito-milizia libanese islamico appoggiato dall'Iran.
Una fonte ufficiale israeliana di alto livello ha inoltre fatto sapere che oggi il governo israeliano si riunirà per valutare un cessate il fuoco da mettere in pratica nei prossimi giorni. Leonardo è attiva anche nel settore difesa e il titolo è stato penalizzato da questi rumors.
Graficamente i prezzi hanno da poco toccato i nuovi massimi da oltre 20 anni salendo fin sopra 26,00 euro. Nelle ultime due settimane abbiamo assistito ad un consolidamento del recupero che ad inizio novembre aveva condotto sui citati top, flessione che ora potrebbe estendersi ulteriormente verso 23,90/24,00 ed eventualmente fino a 23,10 circa, dove troviamo il 50% di ritracciamento del rialzo in atto da settembre. Solo la violazione di quest'ultimo livello metterebbe in discussione la solidità del trend rialzista di fondo. Nuovi segnali di forza già oltre 26,00 euro per 27,50 e poi 30,00 euro, livello che non viene raggiunto da lontano maggio 2000.