Auto: misure strutturali per trasformare la filiera
pubblicato:Il governo italiano interviene in maniera strutturale creando un fondo da un miliardo l’anno fino al 2030 per la trasformazione della filiera dell'Automotive.
Il settore dell’auto è chiamato a una rivoluzione che trasformerà le quattro ruote coinvolgendo ogni angolo della filiera e ridisegnando anche i modelli di consumo. Così il governo italiano ha deciso di intervenire con un provvedimento strutturale.
L’obiettivo si allarga questa volta dal sostegno alla domanda di auto a ridotto impatto ambientale a una politica industriale che trasformi la catena di valore e aiuti le imprese italiane del settore a raccogliere la sfida. Così l’esecutivo ha messo in campo in occasione del Decreto Bollette del 18 febbraio 2022 una misura che prevede l’istituzione di un fondo per la riconversione e la riqualificazione dell’auto da un miliardo l’anno per otto anni, fino al 2030.
Auto, l’industria accoglie con favore le nuove proposte
Saranno riconosciuti degli incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti, come nel recente passato, ma si guarderà oltre, alla trasformazione impetuosa di un’industria.
L’Anfia, l’Associazione Nazionale della Filiera dell’Industria Automobilistica, ossia i produttori di componenti, ha subito ringraziato il governo e parlato di un “segnale che la filiera industriale automotive attendeva da tempo”.
Gian Primo Quagliano, il presidente di Centro Studi Promotor (una struttura di ricerca specializzata sul settore delle quattro ruote), ha aggiunto: “Queste misure per la durata prevista, otto anni, e per l'entità dello stanziamento, un miliardo all'anno, vanno nella direzione giusta. Sono infatti i primi fondamentali provvedimenti per sostenere la transizione all'elettrico e neutralizzare gli impatti negativi sulla componentistica".
Auto, peso e sfide di un settore strategico
D’altronde il settore dell’auto vale circa il 12% del Pil italiano e molti osservatori avevano chiesto interventi di sostegno già con la Legge di Bilancio. Gli incentivi del 2020 e del 2021 erano stati preziosi per arginare il calo delle immatricolazioni che ha accompagnato la pandemia e che in seguito è stato aggravato da lunghi mesi di carenza dei chip e di materie prime che avevano spesso ingessato la produzione e frenato il recupero della domanda.
Nel gennaio del 2022 le immatricolazioni di auto in Italia registrano ancora un calo del 32,9% sui livelli del pre pandemia (gennaio 2019).
Il futuro dell’auto elettrica minaccia inoltre l’occupazione e la produzione di componenti per il settore, quindi bisognerà adattare l’attuale tessuto industriale al cambiamento. Molte imprese italiane dell’automotive sono importanti produttori di componenti anche per le case straniere, ma la nuova filiera dell’auto elettrica potrebbe avere meno bisogno di loro.
Non a caso lo stesso ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che ha fortemente voluto le nuove misure strutturali per l’auto, ha ricordato l’impegno del governo sulla gigafactory di Termoli, che sarà supportata da risorse pubbliche per 369 milioni di euro. Subito dopo le misure sull’auto, lo stesso Decreto Bollette indica la strada della ricerca e dello sviluppo della tecnologia dei microprocessori e quella della riconversione dei siti industriali esistenti e dell’insediamento di nuovi.
I dettagli dei nuovi provvedimenti andranno definiti entro 30 giorni dall’adozione del Decreto Bollette. Andrà deciso fin dove incentivare l’acquisto di vetture meno inquinanti, il ministero dello Sviluppo si confronterà su questo anche con il ministero della Transizione, proponendo un tetto a 135 grammi di CO2 per chilometro. Bisognerà inoltre difendere la domanda di auto più economiche e con essa il tessuto sociale del Paese. Sfide importanti insomma, per cui il governo sta programmando misure di lungo periodo.
(Giovanni Digiacomo)