Naspi e Partita Iva sono incompatibili?

di FTA Online News pubblicato:
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L’indennità di disoccupazione, la Naspi, è un sostegno economico che l’Inps provvede ad erogare a coloro che perdono il lavoro. La normativa, però, parla di lavoratori subordinati. Ma che dire dei lavoratori autonomi e delle partite Iva? Scopriamo i dettagli nell’articolo.

Naspi e Partita Iva sono incompatibili?

Abbiamo sempre detto che l'indennità di disoccupazione, ovvero la Naspi, è dedicata a tutti i lavoratori subordinati che perdono il loro impiego involontariamente (a causa di un licenziamento, di dimissioni per giusta causa, infine a causa della scadenza di un contratto a tempo determinato).

A questo punto ci si chiede: coloro che, invece, possiedono partita Iva e sono lavoratori autonomi, possono usufruire della Naspi? Possono i lavoratori autonomi beneficiare di questa indennità?

Scopriamolo nell'articolo e esaminiamo tutte le informazioni a nostra disposizione.

Cos’è la Naspi?

La Naspi – o Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego –  è l'indennità mensile che spetta a coloro che perdono il lavoro non per loro volontà.

E' un sostegno economico essenziale che l'Inps invia ogni mesi, per un tot di tempo (massimo due anni) a coloro che hanno perso il lavoro e ne hanno fatto domanda.

Sono esclusi dalla Naspi i lavoratori a tempo indeterminato della Pubblica Amministrazione e i dipendenti che sono vicini alla pensione.

Come si invia la richiesta di Naspi?

Inviare la richiesta Naspi è molto semplice. Lo si può fare attraverso il proprio patronato o Caf di fiducia, oppure da soli telematicamente, attraverso il sito ufficiale dell'Inps.

Entrando nella propria area personale MyInps, mettendo nella barra di ricerca "Naspi" e cliccando su "accedi al servizio", attraverso la propria identità digitale. La compilazione è molto semplice.

Ricordate di recarvi al Centro per l'Impiego dopo aver inviato la domanda, per sottoscrivere il Patto di Servizio.

Se invii la richiesta subito dopo aver perso il lavoro, inizierai subito a percepire l'indennità dall'ottavo giorno in poi.

L'Inps bonificherà ogni mese l'indennità Naspi che sarà corrisposta per un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive versate dal lavoratore. Ma c'è un limite massimo: 24 mesi.

A quanto ammonta la Naspi?

Come abbiamo spiegato in altri articoli, la Naspi non equivale ad un'indennità fissa, ma la somma mensile dipende da vari fattori: ovvero la retribuzione che si è percepita negli ultimi quattro anni, se si sono versate almeno tredici settimane di contributi, e se il lavoro è stato perso involontariamente.

Il calcolo è semplice: dovrete sommare gli stipendi degli ultimi quattro anni e poi dividerli per le settimane di contribuzione previdenziali e poi moltiplicate ciò che avete ottenuto per il coefficiente fisso di 4,33. L'indennità massima erogabile è di 1.335,40 euro.

La Naspi è attribuibile solo ai lavoratori subordinati o anche ai titolari di Partita Iva?

È possibile conciliare Partita Iva e Naspi? Sia come imprenditore individuale, sia come libero professionista?

Sì è possibile, ma ci sono dei limiti. Se, durante il periodo di percezione della Naspi, si dovesse iniziare un'attività autonoma con ritenuta d'acconto, il reddito derivante da tale attività non deve superare i 4.800 euro annui, e, soprattutto, entro 30 giorni bisogna inviare una comunicazione (di inizio attività e anche di reddito annuale presunto) all'Inps.

Se questi obblighi di comunicazione non dovessero essere, decadrebbe dalla Naspi.

Cosa accade se decidi di aprire una Partita Iva mentre stai percependo la Naspi?

Se hai deciso di aprire una partita Iva mentre stai percependo l'indennità di Disoccupazione, dovrai innanzitutto scegliere il tuo codice ATECO e aprire la Partita Iva.

Dopo di che dovrai inviare comunicazione all'Inps e chiedere la Naspi anticipata entro 30 giorni dall'apertura della Partita Iva.

L'Inps ti invierà entro una scadenza limitata l'importo totale della Naspi spettante, sottratti gli assegni familiari e le somme dell'ex bonus Renzi.

Se invece decidi di continuare a percepire la Naspi mensilmente, devi essere consapevole che ti verrà corrisposta non più interamente, ma solo l'80% di quello che ti spetta.

Se non comunicherai all'Inps la tua nuova attività (autonoma o non autonoma), oppure se raggiungi l'età pensionabile, decadrai dal diritto della Naspi e perderai tutti i benefici.

Cosa accade se il percettore della Naspi si trasferisce all'estero?

Il beneficiario della Naspi che decide di trasferirsi all'estero a lavorare, potrà continuare a ricevere altri tre mesi di indennità. Cioè se un beneficiario Naspi decidesse di andare a cercare lavoro all'estero, potrebbe continuare a percepire l'indennitè per tre mesi, dal trasferimento.

Se invece il trasferimento avviene dopo aver già firmato un contratto di lavoro all'estero, si decade immediatamente dal beneficio della Naspi.