Dove investire: fattori da considerare per la tua strategia di investimento

di Enrico Danna pubblicato:
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Molti investitori, anzichè partire da una corretta strategia di pianificazione finanziaria, valutano esclusivamente l'aspetto del dove investire prestando maggiormente attenzione alle tendenze o mode del momento. Ecco alcuni fattori che occorre invece tenere necessariamente in considerazione.

Dove investire: fattori da considerare per la tua strategia di investimento

Considerare il proprio profilo di rischio e gli obiettivi finanziari 

Prima di decidere dove investire i propri risparmi, occorre fare un lavoro a monte per comprendere, esattamente, quali sono i propri obiettivi e quali rischi si è disposti a sopportare (o si è in grado di sopportare) per raggiungerli. 

In poche parole, è necessaria una pianificazione finanziaria utile a definire la strategia operativa da mettere in atto per creare la giusta asset allocation.

Obiettivi e profilo di rischio sono strettamente correlati non solo tra loro, ma anche con altre variabili quali ad esempio il fattore tempo, il fattore età, il capitale inizialmente disponibile, il risparmio che si pensa di poter accumulare nel corso del tempo e via dicendo. 

Il profilo di rischio, poi, è dannatamente correlato all’età anagrafica del risparmiatore. Volente o nolente.  

Tralasciamo lo stereotipo del giovane che ama li rischio e vivere la vita a mille e il vecchio che mette i soldi sotto il materasso: ci sono risparmiatori giovani che hanno una spiccata avversità per il rischio ed investitori maturi che, invece, del rischio, ne fanno una questione di vita. 

Messi da parte stereotipi ed eccessi, cerchiamo di essere razionali: a 30 anni, un risparmiatore ha obiettivi generalmente più diluiti nel tempo e maggiori possibilità di effettuare correzioni a strategie o scelte di mercato errate. 

A 60 anni, i margini di manovra sono sicuramente inferiori rispetto al caso precedente e, man mano che l’età avanza, si riducono sensibilmente.

Ecco perché, volente o nolente, età anagrafica e profilo di rischio sono strettamente correlati.  

Analisi del mercato, delle tendenze e stabilire un benchmark 

Se fino a qualche decennio fa, l’immobilismo, in materia finanziaria, poteva essere definita una scelta vincente, oggi come oggi, invece, è necessario (anzi obbligatorio) stare sempre sul pezzo.

Insomma, dove investire era molto più semplice. 

Così come la vita quotidiana, i mercati sono frenetici ed evolvono ad una velocità impressionante, spesso senza nemmeno dare la possibilità di comprendere (se non a posteriori) il perché di repentine variazioni d’orizzonte. 

La globalizzazione, poi, ha generato una connessione stretta tra quasi tutte le economie mondiali per cui, ciò che succede dall’altra parte dell’oceano ha conseguenze dirette anche per chi vive a chilometri di distanza. 

Ecco perché, essendo vera l’affermazione che dice che i mercati non dormono mai, deve essere vera, per ogni singolo investitore, la volontà di essere sempre informato e di mettere costantemente in discussione le proprie scelte e strategie

Mettersi costantemente in discussione significa analizzare serenamente le strategie pensate, le scelte fatte in relazione ai mutati scenari di mercato. Se tutto cambia, può essere necessario variare, in corso d’opera i propri percorsi. 

Bisogna essere bravi a distinguere quelli che sono gli andamenti di mercato dalle tendenze del momento.

Le mode, i trend, possono essere cavalcati, ma con moderazione e senza eccessi essendo consapevoli del fatto che, ciò che è importante è mantenere il focus su obiettivi e impianto strategico. 

In definitiva, ogni investitore deve costruire il proprio benchmark, così come fa un gestore di fondi comuni o di etf.  

Se si analizza infatti il regolamento di uno di questi strumenti finanziari si comprende come il benchmark sia quel riferimento che serve al sottoscrittore per comprendere come il gestore utilizzerà le somme raccolte.

Nello specifico, su quali mercati, settori e aree il gestore investirà, se utilizzerà una gestione attiva o passiva, quali costi saranno a carico dell’utente, quali rischi e via dicendo. 

Ecco, per decidere dove investire occorre definire il proprio benchmark. 

Valutare i potenziali rendimenti e rischi connessi 

Un altro aspetto essenziale nella valutazione complessiva sta nell’individuazione del rapporto tra rischio e rendimento

Si tratta di un elemento assolutamente imprescindibile per comprendere dove investire. 

La prima valutazione che occorre fare è riferita alla effettiva sostenibilità degli obiettivi prefissati in relazione alle tempistiche che ci si è dati e al capitale a disposizione. Si tratta di una analisi insita all’interno della pianificazione finanziaria. 

Si deve cioè essere in grado di poter soddisfare una specifica esigenza attraverso un percorso finanziario che determini la sopportazione di un grado di rischio accettabile (il concetto di accettabile è diverso da persona a persona, ovviamente e quindi è strettamente personale). 

Capita, non di rado, di trovarsi di fronte ad obiettivi irraggiungibili se non a fronte di rischi decisamente elevati. Si è disposti a correrli? A quale prezzo? 

In seconda analisi, nel momento in cui si attua una strategia operativa, occorre invece fare una valutazione rischio/rendimento tra diversi strumenti finanziari che possono essere utilizzati per raggiungere lo stesso obiettivo. 

In tal caso, per capire dove investire, ci si deve concentrare su quegli strumenti che presentano un miglior rapporto tra le due variabili. In ogni caso è sempre doverosa una premessa di fondo: a potenziale maggior rendimento corrisponde sempre un rischio più elevato. Di questo occorre essere consapevoli. 

Affidarsi ad un professionista per la scelta delle destinazioni d’investimento 

L’ultimo step strategico riguarda la possibilità di effettuare le scelte d’investimento in prima persona oppure rivolgersi ad un professionista del settore. 

Nella seconda ipotesi risulta fondamentale stabilire un rapporto di fiducia che, solitamente, si conquista e si cementa nel corso del tempo. 

Non sempre è facile comprendere se il professionista (o presunto tale) che si ha dinanzi sia la persona adatta e, soprattutto, se abbia i requisiti necessari allo scopo. 

Alcuni accorgimenti invece ci aiutano capire se la persona che ci troviamo dinanzi non sia quella giusta

Un professionista, infatti, non focalizza l’attenzione su un prodotto piuttosto che su un altro ma sul cliente, sulle sue esigenze e necessità. Poi, solo in un secondo momento, si passerà alla scelta dello strumento finanziario più adeguato.  

Un professionista non vi contatterà mai per proporvi l’investimento migliore che possiate aspettarvi, l’occasione della vita o quell’opportunità che promette di farvi svoltare.

Un professionista vi contatterà per analizzare il lavoro svolto, valutarne la bontà in relazione al raggiungimento o meno degli obiettivi prefissati, definire eventuali nuove strategie da mettere in atto.