Mutui per l’acquisto di un immobile: quale tasso scegliere?
pubblicato:L'acquisto di una casa rappresenta un momento importante nella vita di una persona. Scegliere tra un mutuo a tasso fisso ed uno a tasso variabile non è mai semplice, ecco alcuni suggerimenti.
Quando, per il desiderio di avere una casa di proprietà (per svincolarsi da un affitto o da una convivenza con i propri genitori) oppure per mutate esigenze familiari (necessità di avere a disposizione una casa più grande) si decide di accendere un mutuo che ci consenta l’acquisto di una casa, una delle domande che ci poniamo è relativa a quale tipo di tasso scegliere.
Non si tratta di una questione secondaria perché, a seconda della scelta che sarà fatta (tasso fisso, variabile o fisso rinegoziabile), l’importo che ci troveremo a sborsare potrebbe mutare anche considerevolmente. Ricordiamo che i mutui, generalmente, hanno una durata che può variare tra i 10 e i 30 anni.
Il mutuo “green”
Prima di illustrare le caratteristiche dei tassi che possono essere applicati sui mutui è opportuno ricordare che oggi, con l’aumentata sensibilità alla sostenibilità ambientale, viene offerta la possibilità di accendere online mutui “green”; un mutuo online green è, detto in estrema sintesi, un finanziamento che prevede un’agevolazione (ovvero una riduzione sul tasso del mutuo) nel caso di acquisto di un immobile ad alta efficienza energetica ovvero di classe B, A o superiore; sarà ovviamente necessario attestare tale classe tramite la presentazione della certificazione A.P.E., l’Attestato di Prestazione Energetica.
Fatta questa necessaria premessa, vista l’incidenza che può avere sul tasso applicato al mutuo, nel paragrafo successivo analizzeremo brevemente i tre tipi di tasso.
Mutui per acquistare un immobile: quale tasso conviene scegliere?
I tassi che vengono applicati sui mutui sono essenzialmente di tre tipi: fisso, variabile, fisso rinegoziabile (misto). Non si può dare una risposta univoca alla domanda del paragrafo perché, a seconda delle condizioni del mercato, della propria situazione personale (e anche in base alla propria propensione al “rischio”), può essere più opportuna una scelta piuttosto che l’altra.
Tasso fisso – Quando si sceglie un mutuo a tasso fisso, siamo certi che l’importo delle rate del finanziamento non muterà nel tempo; il mutuatario quindi, fin dall’inizio, ha ben noto quale sarà l’esborso finale una volta che il mutuo sarà giunto a scadenza.
Il vantaggio principale di questa scelta è che non vi sono “incognite” di sorta perché la rata sarà sempre la stessa e ciò consente di pianificare con notevole precisione le proprie spese. D’altra parte, se il mercato non muta, i mutui a tasso fisso sono più costosi di quelli a tasso variabile.
Da un punto di vista “psicologico” è indicato per coloro che non amano il rischio di spese impreviste ed è una buona scelta quando si prevede che il costo del denaro aumenterà (e con esso i tassi).
Tasso variabile – Scegliendo il tasso variabile si ha una rata che segue l’andamento degli indici di riferimento del mercato; in altri termini, il tasso varia a seconda dell’andamento del costo del denaro; è di norma un tasso più basso rispetto a quello dei mutui a tasso fisso proprio perché l’istituto bancario non è obbligato a mantenerlo invariato.
Il vantaggio principale è che, inizialmente, è più conveniente del tasso fisso e a seconda dell’andamento del mercato, potrebbe addirittura anche scendere.
Lo svantaggio è che però può verificarsi il contrario, ovvero salire anche considerevolmente annullando il vantaggio iniziale. È indicato per coloro che hanno redditi medio-alti e che hanno una mentalità più propensa a “rischiare”. È un’ottima scelta quando si prevede che il costo del denaro scenderà e per mutui dalla durata più breve.
Tasso fisso rinegoziabile – Si tratta di una formula interessante, che possiamo definire “mista”; scegliendo questo tasso il cliente opta per un tasso fisso nel periodo iniziale (5-10 anni) dopodiché, a seconda di come sono mutate le condizioni del mercato, avrà la possibilità di scegliere se mantenerlo così com’è oppure passare al tasso variabile. La rinegoziazione può essere fatta ogni 5 anni. È un buon compromesso fra le due tipologie di tasso indicate in precedenza.
Come si vede, la scelta del tipo di tasso deve basarsi su diversi fattori che coinvolgono non solo l’andamento del mercato, ma anche la personale situazione economica e la propria propensione al rischio.