Banche Europee e USA sull'orlo del precipizio: ipercomprato e resistenze chiave mettono in dubbio la crescita
pubblicato:I settoriali banche euro e statunitense hanno toccato delle resistenze chiave, così come ha fatto Unicredit. Siamo sicuri che ci sia spazio per salire ancora?
La tabella qui sotto è presa dal programma www.megatrader.it, un programma di analisi tecnica nel quale vengono evidenziati i segnali operativi generati da un trading system ideato da FtaOnline.
Titoli "long" in ipercomprato
La tabella fa riferimento ai titoli del FTSE MIB ed è organizzata in ordine decrescente di utile a 12 mesi, cioè la performance teorica ottenuta dal sistema sui dodici mesi.
Come vedete il risultato migliore è quello di A2A che ha avuto un guadagno del 68% circa per scendere fino a Interpump che ha avuto un guadagno del 50%.
In questa sede non mi interessa discutere della qualità dei risultati, la valutazione di un trading system non si fa ovviamente solo in base alla performance, sono tanti altri i parametri da guardare per promuovere o meno una strategia, ma quello che è importante è capire che in ogni caso i segnali, almeno su questi titoli sono abbastanza affidabili.
Nella colonna “utile percentuale” invece abbiamo il risultato relativo all'ultima operazione aperta, che è possibile vedere per tutti questi titoli è “Long” (si vede dalla seconda colonna, quella dove c'è scritto “posizione”).
Il sistema ha acquistato tutti questi titoli in varie date, che possono essere controllate nella colonna “data segnale”.
Alcuni titoli sono stati “comprati” a inizio gennaio, come ad esempio A2A, alcuni che sono stati “comprati” a dicembre.
La performance di queste ultime operazioni è veramente molto elevata, difficilmente è capitato di vedere così tanti titoli con un risultato sulla singola operazione così ampio.
E possibile vedere inoltre a fianco del nome del titolo, nella prima colonna, che nel caso di Unicredit, BPER Banca e Banco BPM è presente anche una mano con il pollice verso il basso, in rosso.
Questa mano indica una situazione di ipercomprato da parte degli indicatori tecnici.
Ipercomprato è un termine utilizzato in analisi tecnica per indicare un asset che ha raggiunto un livello di prezzo estremamente elevato e che potrebbe essere sopravvalutato. In altre parole, un asset che è stato comprato eccessivamente e che potrebbe essere soggetto a una correzione al ribasso.
E' evidente che una fase di crescita così estesa, come viene appunto rappresentata dal risultato della posizione in essere, con così tanti segnali di ipercomprato, è un primo indizio che costringe a valutare se effettivamente questo momento rialzista possa essere arrivato alle battute finali.
Se da un lato l'analisi tecnica ci insegna che una tendenza è tale fino a che non emergono segnali contrari, dobbiamo quindi dire che il trend rialzista per adesso resta valido, dall’altro c'è anche da dire che ci sono delle situazioni in cui si può iniziare a valutare se effettivamente la tendenza non si sia spinta troppo oltre, in “ipercomprato” appunto, senza mai andare incontro ad una flessione correttiva.
Notiamo poi che nella colonna “Rating” quasi tutti gli strumenti hanno una valutazione 5. Il Rating va da 1 a 5 quindi questa è la valutazione massima. Solo Telecom Italia è a 4, numero accompagnato da una freccia rossa che punta verso il basso. La freccia ci dice che il rating è in discesa rispetto alla valutazione precedente, quindi Telecom Italia ha già iniziato a ripiegare.
Dei 40 titoli del Ftse Mib solo 11 hanno una valutazione inferiore a 4, anche questo è un caso abbastanza raro, un omogeneità così ampia con una valutazione così elevata è un altro indizio di "ipercomprato".
Eurostoxx Banks in pista per il test dei massimi del 2022
Se andiamo ad analizzare l'indice Eurostoxx Banche (EU0009658426) con la teoria delle onde di Elliott ci accorgiamo che il massimo che è stato toccato a inizio del 2022 potrebbe essere stato il punto di arrivo della terna correttiva che si era avviata dai minimi del 2016.
Esiste quindi il rischio che il rialzo visto dai minimi di metà del 2022 sia in realtà solo una fase correttiva che sta ritracciando la discesa subita nella prima parte dello scorso anno ma che è destinata a lasciare spazio alla nuova fase ribassista.
Solo se i prezzi dovessero risalire al di sopra del massimo di febbraio dello scorso anno, a 117 euro circa (close venerdì a 109,18), verrebbe negata l'ipotesi che prevede una ripresa del trend al ribasso e diventerebbe invece probabile un tentativo di ritorno sui massimi del gennaio 2018 in area 143-144.
Unicredit, resistenza chiave a 16 euro
Se passiamo invece ad analizzare il grafico di Unicredit ci accorgiamo che con i massimi di venerdì, a 15,99, i prezzi sono arrivati a contatto con il massimo del febbraio dello scorso anno a 15,93, quindi in questo caso, a differenza di quanto visto con il settoriale Eurostoxx, la quota critica è già stata raggiunta.
Il superamento dei €16 da parte Unicredit sarebbe quindi un segnale molto interessante che potrebbe anticipare il proseguimento della fase rialzista degli ultimi mesi con obiettivi anche distanti dai prezzi attuali, fino in area 18 circa. Ovviamente per una conferma ulteriore sarà necessario attendere lo stesso segnale anche da parte dell'indice Eurostoxx banche, quindi il superamento di area 117.
Sembrerebbe dunque che il mercato sia arrivato ad un punto cruciale e debba decidere a questo punto cosa vorrà fare per i prossimi mesi.
Se i titoli bancari (Unicredit, ma anche gli altri maggiori rappresentanti del comparto), che hanno un peso così elevato all'interno dell'indice, riusciranno a dare una spallata a queste resistenze, e la stessa cosa farà anche l'indice di settore, potremmo guardare con fiducia al proseguimento del rialzo anche nel medio periodo.
Se al contrario Unicredit farà fatica a salire oltre i €16 e l'Eurostoxx Banks non riuscirà a superare area 117, in quel caso bisognerà fare molta attenzione perché resterà elevato il rischio che dai prezzi attuali parta una discesa consistente.
Senza volere azzardare previsioni possiamo però notare che la velocità con la quale il rialzo si è sviluppato negli ultimi mesi è nettamente inferiore rispetto a quella con la quale si era realizzato il ribasso nella prima parte del 2022.
Questa differenza di comportamento effettivamente dà da pensare. È vero che le fasi di ribasso sono di solito più veloci di quelle di rimbalzo, ma la grossa sproporzione che c'è stata nella rapidità dei due movimenti potrebbe essere un indizio in favore del fatto che la recente ripresa è solo una correzione.
Testa spalle rialzista per lo SP Banks?
E non si pensi che questa fase critica sia caratteristica solo del mercato europeo: se andiamo a guardare l'indice S&P banche infatti ci accorgiamo che anche in questo caso siamo arrivati al momento della verità.
Sul settoriale S&P banche si è infatti disegnato un potenziale testa spalle rialzista a partire dai minimi di luglio dello scorso anno, la cui neckline transita proprio in corrispondenza di quelli che sono i valori massimi toccati venerdì a 357,5 dollari circa.
La neckline del testa spalle, ovvero la linea che unisce i massimi di agosto e di novembre dello scorso anno, è coincidente con i massimi di venerdì a $357,5.
Il superamento di quella linea completerebbe la figura e darebbe il via a un nuovo movimento di rialzo che potrebbe essere ampio circa 65/70 dollari (un 18% circa di movimento).
La mancata rottura di area 357-360 e una discesa eventualmente al di sotto dei 350 dollari farebbero invece temere che il movimento di rialzo del settoriale banche americano visto dai minimi di ottobre sia arrivato anche in questo caso alle battute finali.
Da notare che i massimi di venerdì e quindi anche la neckline del testa spalle coincidono con i 38,2% di ritracciamento (percentuale di Fibonacci) di tutta la discesa dai massimi di inizio 2022, quella raggiunta è quindi una resistenza chiave che separa due scenari opposti, uno rialzista e uno ribassista.