Saipem: dopo i conti 2024 il titolo fatica, quali prospettive per il 2025?

di FTA Online News pubblicato:
4 min

Il titolo Nexi soffre dopo il taglio del target price di Intesa Sanpaolo. Gli scenari di una possibile fusione con Worldline e sul futuro del settore

Saipem: dopo i conti 2024 il titolo fatica, quali prospettive per il 2025?

Saipem, balzo dell'utile 2024 a 306 milioni

Ancora una seduta molto movimentata per Saipem, aperta in rialzo dopo i risultati preconsuntivi 2024 ma archiviata sotto parità come già accaduto lunedì.

Il gruppo ha comunicato ricavi pari a 14,55 miliardi di euro, +23%, EBITDA adjusted a 1,33 miliardi +44%, utile netto a 306 milioni (179 milioni nel 2023). Per il 2025 previsti ricavi a circa 15 miliardi, EBITDA a circa 1,6 miliardi.

E' stato inoltre aggiornato il piano al 2028, anno in cui sono attesi ricavi ad almeno 15 miliardi di euro ed EBITDA a circa 2 miliardi.

Il piano prevede anche un aggiornamento della politica dei dividendi con distribuzione agli azionisti di almeno il 40% del Free Cash Flow (al netto dei canoni di locazione), il raggiungimento, nel medio termine, di un credit rating di livello pari a investment grade e il mantenimento di una posizione di cassa disponibile di almeno 1 miliardo di euro.

Il cda proporrà un dividendo ordinario per complessivi 350 milioni di dollari (da convertire in euro).

Dopo i dati gli analisti di Citi, Intesa Sanpaolo e Jefferies hanno confermato le raccomandazioni buy sul titolo.

Saipem, segnali di debolezza dal grafico

Graficamente i segnali inviati di recente dal titolo Saipem non sono esaltanti, lunedì i prezzi hanno aperto in forte rialzo (+9%) a 2,5380 euro per poi scivolare fin sotto 2,30 e ieri si è verificata una cosa analoga con apertura a 2,3450 e chiusura a 2,203.

Le medie mobili esponenziali a 20 e 50 sedute si sono incrociate al ribasso da inizio febbraio e sempre ieri i prezzi hanno messo pressione in area 2,20 alla linea di tendenza che sale dai bottom di febbraio 2024.

Sotto tale livello supporto a 2,17 circa poi spazio per un affondo verso 2,06, gap up del 24 ottobre scorso, target intermedio lungo il cammino verso 1,88, altro gap rialzista del 16 settembre.

Verso l'alto invece necessaria una reazione già dai livelli attuali ed il ritorno sopra 2,43 per allentare le tensioni e prospettare un recupero più ampio verso 2,57/2,60 circa.

Nexi, Intesa taglia il prezzo obiettivo

Nexi in calo ieri. Il titolo ha ceduto lo 0,53% a 4,686 euro. I prezzi hanno oscillato tra 4,623 e 4,752 euro.

Intesa Sanpaolo ha ridotto da 8 a 5,3 euro il prezzo obiettivo su Nexi, confermando la raccomandazione "hold". Gli analisti di Intesa hanno espresso maggiore cautela riguardo all'accelerazione del business attesa nel 2026, abbassando la previsione di Eps adjusted del 9%.

Questo cambiamento è stato motivato dalla debolezza dei consumi in Europa e dalla crescente concorrenza nel settore dei pagamenti. Il tema di un'integrazione tra Nexi e la francese Worldline è stato discusso, ma le fonti vicino alla questione spiegano che tale ipotesi appare difficile a causa di ostacoli politici e occupazionali.

Il governo italiano, tramite Cassa Depositi e Prestiti (CDP), ha recentemente rafforzato la sua partecipazione in Nexi, ma è preoccupato per le implicazioni occupazionali di tale fusione, dato che Worldline ha circa 18.000 dipendenti, contro i 10.500 di Nexi.

Inoltre, una fusione potrebbe incontrare la resistenza del governo francese, che potrebbe opporsi ai licenziamenti derivanti dal potenziale taglio dei posti di lavoro.

Nonostante l'idea di un'integrazione tra le due società sia stata considerata interessante per competere meglio con i colossi statunitensi come PayPal, Visa e MasterCard, la BCE e i banchieri d'affari hanno sottolineato i problemi legati alla frammentazione del settore dei pagamenti in Europa, che ostacola investimenti e competitività.

Recentemente PayPal e JPMorgan Payments hanno annunciato una partnership strategica per espandere la loro offerta di servizi agli esercenti nel Regno Unito e in Europa.

Attualmente quindi, un'integrazione tra Nexi e Worldline non sembra essere una possibilità concreta, soprattutto visto l'impatto occupazionale e i complessi requisiti normativi, dati i vasti ambiti operativi delle due aziende in numerosi paesi.

Le parti coinvolte, inclusi i bracci finanziari governativi, non hanno intrapreso dialoghi concreti su questa tematica. Altre ipotesi, valutate da fonti vicine alla situazione, includerebbero la possibilità di delistare Nexi per concentrarsi sul taglio del debito, operazione che richiederebbe però la presenza di co-investitori.

Nel frattempo, il mercato dei pagamenti in Europa è stato oggetto di numerosi studi, soprattutto considerando la frammentazione del settore – un ostacolo evidenziato anche dalla BCE nel promuovere investimenti e competitività.

Nexi, titolo ancora sui minimi storici

Nel contesto attuale, i titoli di Nexi e di Worldline, che operano ai minimi storici, hanno attirato l’attenzione dei banchieri d’affari, i quali hanno a lungo studiato l’integrazione tra le due società.

Per adesso Nexi potrebbe tentare la ripresa del rimbalzo visto dal minimo dell'11 febbraio a 4,366 euro, questa possibilità resta praticabile a meno di una discesa dei prezzi sotto 4,55. Al di sopra di 4,90, lato alto del gap del 3 febbraio, i prezzi potrebbero tentare la rottura della resistenza successiva, a 5,05. Oltre quei livelli possibile un allungo fino a 5,20 circa. Sotto 4,55 atteso un nuovo test di 4,366, supporto successivo in area 4 euro.

Argomenti

SaipemNexi