Unicredit, ancora all'attenzione il dossier Banco BPM

di FTA Online News pubblicato:
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Ancora di traverso la politica. Intesa si tira fuori. I sindacati temono impatti sull'occupazione

Unicredit, ancora all'attenzione il dossier Banco BPM

Seduta positiva ieri per Unicredit. Il titolo ha guadagnato l'1,13% a 36,22 euro. I prezzi si sono mossi tra 35,865 e 36,465 euro.

Il dibattito sull’OPS di UniCredit su Banco BPM si arricchisce di nuove dichiarazioni da parte di attori chiave del settore bancario e politico.

Carlo Messina (CEO Intesa Sanpaolo), operazione simile all’Ubi

Carlo Messina paragona l’operazione di UniCredit con Banco BPM a quella che Intesa effettuò con UBI Banca, definendola industrialmente valida. Messina esclude un coinvolgimento di Intesa in qualità di "cavaliere bianco", citando vincoli legati alla quota di mercato già significativa dell’istituto.

Golden Power e il Ruolo del Governo

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sottolinea il ruolo del Golden Power, evidenziando che UniCredit ha già previsto di richiedere l’autorizzazione necessaria. Questo strumento di legge consente al governo di intervenire su operazioni strategiche per la sicurezza nazionale.

Implicazioni sociali e sindacati

Il sindacato FABI, per voce del segretario generale Lando Maria Sileoni, esprime preoccupazione per i possibili tagli occupazionali derivanti dall’operazione, chiedendo un monitoraggio attento e ribadendo la necessità di salvaguardare il fattore umano.

Prospettive di integrazione

Messina prevede che l’operazione di UniCredit possa aprire la strada a ulteriori fusioni e acquisizioni nel panorama bancario italiano. Tuttavia, sottolinea l’importanza del dialogo con i sindacati per garantire un equilibrio tra esigenze industriali e sociali.

Implicazioni sul settore Bancario

L’OPS da 10 miliardi di euro rappresenta un cambiamento significativo nel panorama bancario italiano, con impatti non solo economici, ma anche occupazionali e strategici. Resta da vedere come la BCE e il governo italiano valuteranno l’operazione nel contesto normativo e competitivo.

Il mercato seguirà con attenzione l’evoluzione di questa vicenda e le decisioni delle autorità di vigilanza.

Un'analisi di Edmond de Rothschild AM: Unicredit prima banca in Italia per attivi con fusione BPM

UniCredit potrebbe diventare la prima banca in Italia per attivi con la fusione con Banco BPM, secondo un'analisi di Edmond de Rothschild AM. L'operazione consoliderebbe UniCredit come leader nel mercato italiano, riducendo il divario con Intesa Sanpaolo in termini di quota di mercato dei prestiti (attualmente 12% contro il 24% di Intesa).

Inoltre, il gruppo risultante non solo guiderebbe il mercato domestico, ma si posizionerebbe tra le principali banche europee per capitalizzazione di mercato, con un potenziale confronto con giganti come Santander. Questa mossa rafforzerebbe la capacità di UniCredit di competere su scala internazionale, in un contesto di consolidamento bancario sempre più rilevante.

La fusione rappresenta un passo strategico per UniCredit, anche considerando la chiusura del suo piano industriale 2024, e aprirebbe nuove prospettive per il gruppo in termini di crescita e innovazione.

La possibile fusione tra UniCredit e Banco BPM potrebbe rappresentare una delle operazioni più significative nel panorama bancario italiano, con implicazioni di vasta portata. Di seguito i punti principali.

Il Contesto e il Divario con Intesa Sanpaolo

Attualmente, Intesa Sanpaolo domina il mercato italiano con una quota del 24% dei prestiti, mentre UniCredit si ferma al 12%.

La fusione con Banco BPM consentirebbe a UniCredit di colmare parte di questo divario e di consolidare la sua posizione come secondo attore nazionale, avvicinandosi a Intesa.

Strategie di Banco BPM

Banco BPM ha recentemente acquisito il 9% di Monte dei Paschi di Siena (MPS) e lanciato un’offerta per il 100% di Anima Holding, rafforzando la sua presenza nell’asset management.

Queste mosse potrebbero rappresentare una strategia difensiva o preparatoria per un eventuale consolidamento con UniCredit.

Implicazioni per UniCredit

La fusione creerebbe il primo gruppo bancario italiano per totale attivi, posizionando UniCredit anche tra i principali attori europei, con la possibilità di competere con colossi come Santander.

Con il piano strategico 2024 quasi completato con successo, UniCredit potrebbe sfruttare l’M&A per mantenere alta l’attenzione degli investitori, specie in un contesto di tassi d'interesse decrescenti.

Scenario europeo

In assenza di accordi concreti con Commerzbank, complicati dalle incertezze politiche in Germania, UniCredit potrebbe trovare nella fusione con Banco BPM un’alternativa strategica per rafforzarsi sul mercato interno e prepararsi per una maggiore competizione a livello europeo.

Conclusioni

Questa operazione non solo consoliderebbe il settore bancario italiano, ma avrebbe anche un impatto significativo sul panorama europeo, rafforzando la competitività di UniCredit e accelerando il processo di consolidamento. Tuttavia, l'accordo sarà oggetto di scrutinio da parte delle autorità regolatorie, degli investitori e del governo, considerando l'impatto su mercato, occupazione e stabilità del sistema.

Unicredit, analisi grafica

Il grafico di Unicredit si è avvicinato in area 35,50 euro a una terna di importanti supporti, la trend line rialzista disegnata dal minimo di marzo 2023 (e passante per quello di ottobre 2023), la base del gap del 16 agosto, e la media mobile esponenziale a 200 giorni.

La media mobile esponenziale (EMA) a 200 giorni è uno degli strumenti più importanti nell'analisi tecnica. Giocando il ruolo di indicatore di trend di lungo termine, è spesso considerata un livello chiave per valutare la salute complessiva di un titolo, indice o mercato. Quando agisce come supporto, le sue implicazioni sono particolarmente significative. Se il prezzo rimbalza sopra la EMA a 200 giorni, indica che il trend di lungo termine rimane positivo, rafforzando la fiducia nel mercato.

La EMA a 200 giorni può diventare un livello in cui gli investitori accumulano posizioni, poiché è vista come un'opportunità per acquistare a un livello di supporto solido all'interno di un trend rialzista. Un rimbalzo sulla EMA a 200 giorni suggerisce che il momentum di lungo termine è ancora intatto. I trader possono interpretarlo come un segnale di conferma per continuare a seguire il trend in corso.

La rottura della EMA a 200 giorni può segnalare un indebolimento del trend rialzista di lungo termine. Se la rottura è accompagnata da volumi significativi, potrebbe indicare l'inizio di un trend ribassista. Dopo una rottura al ribasso, la EMA a 200 giorni tende a trasformarsi in un livello di resistenza nei movimenti successivi.

Solo discese al di sotto di area 35,00/35,50, con la violazione confermata in chiusura di seduta, farebbero temere il proseguimento del ribasso in atto dal top di novembre, con target almeno sui minimi di inizio agosto a 30,95 euro. Supporto successivo a 26,80 euro, base del gap del 5 febbraio. Per ripristinare un'intonazione positiva i prezzi dovranno risalire al di sopra di area 37,20 euro, con primo target in area 40,50 euro.