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Asia-Pacific contrastata e a Tokyo Nikkei 225 perde lo 0,34%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo un'altra seduta contrastata per Wall Street (in positivo dei tre principali indici newyorkesi il solo Dow Jones Industrial Average, apprezzatosi dello 0,44% mercoledì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza mista è stata confermata. Principale fattore rialzista, per lo meno per le piazze di Shanghai, Shenzhen e Hong Kong, è il ritorno alla crescita in aprile per l'export (ma anche per l'import della Cina). Come nota la Cnbc, il mese scorso le importazioni da Ue, Usa e Russia sono aumentate, a fronte tuttavia di una contrazione delle esportazioni di Pechino verso le tre aree. Sulla sfondo rimane comunque ancora la guerra commerciale lanciata contro la Cina dall'ex presidente Usa Donald Trump e aggravatasi dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. Per Gita Gopinath, vice direttrice generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), se le tensioni non verranno risolte l'impatto economico sulla crescita del Pil globale potrebbe raggiungere il 7% nello scenario più estremo. Intanto il clima contrastato per la regione viene evidenziato da un indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che si muove intorno alla parità.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in marginale rialzo a fronte di un indebolimento inferiore allo 0,10% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,34% (segno opposto per l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,26%). Sul fronte macroeconomico, in marzo i salari medi totali sono cresciuti in Giappone dello 0,6% annuo, contro l'1,4% della lettura finale di febbraio. I salari reali sono invece calati del 2,5% annuo contro l'1,8% precedente, nel ventiquattresimo mese consecutivo di contrazione. In marzo l'indice anticipatore del Giappone è calato a 111,4 punti dai 112,1 punti di febbraio, contro i 111,3 punti del consensus. L'indice di coincidenza, che sintetizza lo stato attuale dell'economia, è tuttavia cresciuto a 113,9 punti dai 111,5 punti precedenti.

In aprile le esportazioni dalla Cina, calcolate in dollari, sono salite dell'1,5% annuo, dopo il crollo del 7,5% di marzo e in linea con il consensus di Reuters. Le importazioni sono invece cresciute dell'8,4% annuo contro il precedente calo dell'1,9% e l'incremento del 4,8% stimato dagli economisti. Tutte in positivo le piazze cinesi. A meno di un'ora dal termine degli scambi Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano circa lo 0,60% e lo 0,70% rispettivamente, a fronte di un progresso superiore all'1% per lo Shenzhen Composite. Bene anche Hong Kong: l'Hang Seng è infatti in crescita di circa lo 0,90% (fa anche meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con un rialzo intorno all'1,20%). A Seoul è superiore all'1% la contrazione del Kospi, mentre a Sydney è stato dell'1,08% il declino dell'S&P/ASX 200 in chiusura della sessione.

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